Homepage / Como città
Martedì 03 Gennaio 2012
Mura romane abbandonate
«Meglio lasciarle sotto terra»
Il «degrado» e la «situazione fuori controllo» rendono inevitabile una scelta «dolorosa»: coprire i reperti con terra e materiale inerte. Lo scrive la Soprintendenza al Comune, alzando bandiera bianca. I reperti in questione sono le mura romane.
I reperti in questione sono le mura romane - ormai invisibili per la presenza di erbacce e detriti - scoperte quasi trent'anni fa nella zona tra l'attuale succursale del «Ciceri» e il liceo «Volta».
Nel cortile, con accesso sul lato sinistro di via Carducci (andando verso il centro), oggi trascorrono l'intervallo alcuni studenti delle ex Magistrali e proprio un insegnante della scuola - il consigliere comunale Vittorio Mottola - nei mesi scorsi aveva denunciato pubblicamente le condizioni di degrado della zona, parlando anche della presenza di topi. La parte centrale del cortile è delimitata da parapetti e racchiude una porzione delle mura romane, ma è sostanzialmente in stato d'abbandono. E la Soprintendenza, dopo un sopralluogo, non ha usato giri di parole nella lettera spedita a Palazzo Cernezzi: «La situazione di degrado in cui versa l'area di scavo - si legge - è fortemente lesiva non solo dell'integrità delle strutture archeologiche ma anche del decoro del cortile della scuola». E ancora: «Lo stato attuale mostra come la situazione sia fuori controllo e renda inevitabile, anche se dolorosa, la scelta del reinterro, peraltro esplicitamente sostenuta dall'Amministrazione provinciale». Villa Saporiti, in effetti, si è detta disponibile a collaborare, tagliando piante infestanti ed erbacce. Ma l'intervento di salvaguardia dei reperti spetta al Comune e costerà circa 30mila euro.
Oltre alla pulizia dell'area, viene chiesto a Palazzo Cernezzi «il controllo dello stato dei resti murari antichi, con eventuale pulitura degli stessi e risistemazione delle reti di protezione», per poi procedere alla «stesura di uno strato di materiale inerte e pulito» e alla «colmatura con terreno non detritico». I reperti spariranno definitivamente sotto uno strato di terra, insomma. L'unico modo per non rinunciare alla visione delle mura romane sarebbe, a detta della stessa Soprintendenza, «la redazione di un progetto che mantenga la fruizione della cinta di età romana in continuità con la valorizzazione degli adiacenti reperti della Porta Pretoria, uno dei luoghi simbolo della romanità della città di Como». Ma l'idea è già stata sostanzialmente accantonata dagli enti pubblici per carenza di risorse.
Leggi l'approfondimento su La Provincia in edicola mercoledì 3 gennaio
© RIPRODUZIONE RISERVATA