Homepage / Como città
Giovedì 05 Gennaio 2012
Como, inflazione al 3,4
Città tra le più care d'Italia
A Como, il carovita rialza la testa e per la prima volta dal 2008, l'aumento dei prezzi nella nostra città su base annua supera l'incremento medio nazionale, 3.4% contro il 3.3%.
I salari, però, sono cresciuti solo dell'1.8%. Uno scostamento che la dice lunga sulle difficoltà delle famiglie.
«La perdita di potere d'acquisto è inconfutabile», osserva Marco Frisoni, segretario dell'Ordine provinciale dei Consulenti del lavoro che prepara le buste paga per i lavoratori di aziende produttive e di servizi.
«Mediamente - afferma - i salari di un operaio specializzato o di un impiegato, i cosiddetti appartenenti al ceto medio, sono di 1.200 euro. I più elevati, per le alte specializzazioni impiegatizie ed operaie, sono di 1.800 euro mensili. Per apprendisti neo - assunti nel terziario fino a 29 anni, la cifra può essere di 900 euro netti mensili».
Inflazione alta, salari bassi: anche per chi lavora, i conti non quadrano. «Stiamo seguendo con attenzione la riforma del mercato del lavoro proposta dal Governo - continua Frisoni - legata all'aumento dell'occupazione. Ma notiamo ancora l'assenza di un sostegno ai lavoratori e alle famiglie. Un problema che sta diventando di carattere sociale. Non ci possono essere riforme del mercato del lavoro senza una riforma della fiscalità sul lavoro e del Welfare».
Più soldi in busta paga, è l'obiettivo. «Il datore di lavoro, com'è comprensibile, fra l'altro interviene anche sui salari perché rappresentano un costo - spiega Frisoni - Del resto, il datore di lavoro è un sostituito d'imposta per conto dell'Erario. La leva è un'altra: quella fiscale. Il prelievo minimo sul lavoro è del 23%. Ogni cento euro, 23 sono destinati allo Stato, più i contributi previdenziali».
Leggi l'approfondimento su La Provincia in edicola giovedì 5 gennaio
© RIPRODUZIONE RISERVATA