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Martedì 10 Gennaio 2012
Mas inabissato a Gravedona
Iniziata l'opera di recupero
Al lavoro i sommozzatori dei vigili del fuoco: il mezzo militare si trova a 130 metri di profondità
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L'opera di recupero è stata ripresa anche dalle telecamere della Rai e proseguiranno per riportare a galla i resti del Mas ma anche di un altro mezzo subacqueo, la batisfera Kalin, che si erano inabissati nello specchio d'acqua del Lario di fronte a Gravedona a una profondità di 135 metri.
In paese nessuno ha memoria diretta dei fatti, che risalgono a più di 90 anni fa, ma si tratta di due tragedie nel Lario che segnarono quell'epoca.
La prima si era verificata il 17 aprile del 1918, in occasione del collaudo del Mas: il mezzo ebbe un'avaria e il capo meccanico, Giovanni Godi, rimase intrappolato mentre gli altri componenti dell'equipaggio riuscirono a mettersi in salvo.
Due anni più tardi, precisamente il 24 novembre del 1920, la batisfera Kalin fu portata sul Lario per tentare il recupero del mezzo d'assalto subacqueo ma anche questa missione si trasformò in tragedia: il mezzo, per colpa di un guasto, incominciò a imbarcare acqua e la capsula si inabissò, portando con sé il sommozzatore, Riccardo Schena.
Il Mas e il Kalin sono rimasti nascosti in fondo al lago per tutti questi anni fino a quando l'occhio elettronico del robot Perseo, un apparecchio dotato di una telecamera molto potente, li aveva individuati a fine novembre del 2011.
Nello specchio d'acqua di fronte a Gravedona era in corso un'attività di addestramento dei sommozzatori dei vigili del fuoco di Milano: «Sapevo delle vicende del Mas e della Kalin - aveva dichiarato Vincenzo Irace, responsabile dei sub dei vigili del fuoco della Lombardia - e per questo avevo scelto quella zona per le ricerche, in modo da rappresentare uno stimolo in più nel corso dell'addestramento per la ricerca dei metalli».
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Gravedona, Mas