Bancarotta fraudolenta a Erba
Cinque arresti della Finanza
In carcere sono finiti una serie di imprenditori e amministratori: Alessandro Pina, 43 anni e il fratello Gian Luca Pina, 42 anni, residenti a Erba, Paolo Colombo, 41 anni, residente a Caslino d'Erba, Claudio Massari, 35 anni di Longone al Segrino e Roberto Sabino De Venzia, residente a Basiglio (Milano)
In carcere sono finiti Alessandro Pina, 43 anni e il fratello Gian Luca Pina, 42 anni, residenti a Erba, Paolo Colombo, 41 anni, residente a Caslino d'Erba, Claudio Massari, 35 anni di Longone al Segrino e Roberto Sabino De Venzia, residente a Basiglio (Milano). I primi quattro sono imprenditori e amministratori operanti a vario titolo nell'istallazione di impianti idraulici, costruzione di edifici residenziali e compravendita di immobili mentre De Venezia è il liquidatore della Pina Impianti Termoidraulica srl, poi fallita, depositario delle scritture contabili delle società coinvolte.
Tutti i soggetti coinvolti sono accusati di concorso in bancarotta fraudolenta in quanto, attraverso vari artifizi e manovre contabili, avrebbero operato un sistematico svuotamento delle società a loro riconducibili, distraendo e dissipando risorse finanziarie, beni mobili ed immobili, così arrecando grave pregiudizio ai creditori per oltre 5,7 milioni di euro.
Dalle indagini dirette dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Como, Daniela Meliota, emergerebbe che gli imprenditori Alessandro Pina e Gian Luca Pina, pur non ricoprendo formalmente alcuna carica sociale, avrebbero gestito tre delle società coinvolte mediante una fiduciaria di Milano, con l'ausilio anche di Colombo e Massari, i quali non si sarebbero limitati a fungere da prestanome, ma avrebbero avuto un ruolo attivo nel disegno criminoso posto in essere dai due fratelli erbesi.
In particolare, Paolo Colombo e Claudio Massari, amministratori a vario titolo e in diversi periodi delle società Nuvola Rossa s.r.l., Nemesi s.r.l. e Serit s.r.l. - tutte di fatto riconducibili ai fratelli Pina - ricoprendo cariche dirigenziali nelle predette società, avrebbero concorso attivamente al dissesto delle risorse finanziarie della Pina Impianti Termoidraulica.
Sabino Roberto De Venezia, anche lui colpito da ordinanza di custodia cautelare in carcere, commercialista milanese e liquidatore della “Pina Impianti Termoidraulica”, durante il suo mandato avrebbe non solo omesso di salvaguardare il patrimonio della società, per tutelare i creditori, ma avrebbe anche compiuto atti mirati a depauperare le ultime risorse societarie.
Inoltre è stato denunciato a piede libero Matteo Vatta, residente in Besana in Brianza (Monza Brianza), libero professionista, che, al corrente del disegno criminoso in atto, avrebbe emesso fatture false per circa 275mila euro per prestazioni professionali mai eseguite, consentendo in questo modo di nascondere e distrarre somme di denaro che poi faceva
riconfluire nelle tasche degli imprenditori.
Contestualmente agli arresti, le Fiamme Gialle hanno proceduto al sequestro preventivo di un immobile industriale sito in Caslino d'Erba del valore di circa 220mila euro, in uso a una delle società brianzole interessate dalle indagini, di conti correnti bancari, contanti e di quote societarie nonché di due autovetture di grossa cilindrata del valore di circa 170mila euro tra cui una BMW Z8, utilizzate di fatto dai soggetti indagati.
Gli indagati sono stati tratti in arresto e trasferiti nelle case circondariali di Como e Milano.
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