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Lunedì 16 Gennaio 2012
«C'è chi si è preso a pugni
per salire sulle scialuppe»
Senza soldi, telefono, documenti e in maniche di camicia. Si è ritrovato così il comasco Fabio Rezzonico, uno dei quattromila passeggeri della Costa Concordia. Sulla nave c'era anche il cuoco canturino Paolo Maspero
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«Scialuppe che non venivano calate, persone che si prendevano a spintoni, ma anche a pugni per guadagnarsi un posto verso la salvezza - racconta -. E poi ancora passeggeri che si rubavano i salvagenti, scene d'isteria, pianti, la paura era totale e, soprattutto, il panico. Il personale della nave non ha saputo affrontare l'emergenza, era panico generale».
La paura è arrivata all'ora di cena, Rezzonico e i suoi commensali erano a tavola quando, all'improvviso, si sono rovesciati piatti e bicchieri, i tavoli sono scivolati via e, a quel punto, gli altoparlanti chiedevano ai passeggeri di mantenere la calma e che il tutto era dovuto ad un guasto al generatore.
«Dopo quell'allarme - dice Rezzonico - ci è stato chiesto di recarci al ponte 3. Ci hanno portati all'isola del Giglio così com'eravamo, io in camicia, altre ragazze in abito elegante e con i tacchi, non avevamo nulla con noi».
E poi? «La mattina successiva - precisa - ci hanno imbarcati su dei traghetti verso Civitavecchia. Fino ad allora non sono riuscito ad avvisare nessuno. In hotel sono riuscito invece a collegarmi a Skype».
Sulla nave c'era anche Paolo Maspero di Cantù. Ha preparato i menù per l'ultima cena della Costa Concordia. Poi, come tutti, è stato costretto ad abbandonare la nave e il regno di cui faceva parte, le enormi cucine di cinque ristoranti, ora ribaltate quasi a novanta gradi, a un paio di bracciate dall'Isola del Giglio. Paolo Maspero, 39 anni, di Cantù, executive chef della nave miseramente affondata, è tra i naufraghi arrivati a terra dopo l'affondamento di venerdì sera. Ruolo di primo piano, il suo, da responsabile delle cucine. È riuscito a mettersi in salvo.
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