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Venerdì 20 Gennaio 2012
Prima casa salva
Stangata sulla seconda
Tagli ai trasferimenti e nuovi vincoli legati al patto di stabilità. Mazzata in arrivo per il Comune di Como, che ha sta studiando una strategia difensiva basata su tre punti cardine.
Le linee guida vanno ormai delineandosi, visto che a metà marzo approderà in consiglio il bilancio di previsione (dovrà essere approvato entro il 31), l'ultimo della giunta Bruni. L'esecutivo, su proposta dell'assessore Sergio Gaddi, ha chiesto agli uffici di definire gli ulteriori tagli alla spesa che si rendono necessari per effetto della manovra Monti, come se non bastasse la sforbiciata da sei milioni già decisa l'anno scorso. Il patto di stabilità (il contestato meccanismo che regola la possibilità di spesa degli enti pubblici), d'altra parte, fissa l'obiettivo per il 2012 a quota 9 milioni e 478mila euro (contro i 5 milioni e mezzo del 2011) e a questo si aggiunge l'impatto legato alla riduzione dei trasferimenti statali.
Per far quadrare i conti Palazzo Cernezzi partirà ancora una volta dal "fronte interno", razionalizzando la spesa corrente, compresa quella per il personale. L'obiettivo: risparmi in tutti i settori, analizzando caso per caso e senza andare a intaccare i servizi destinati ai cittadini. Ma una misura del genere, è già chiaro, non basterà e l'amministrazione dovrà puntare anche a incrementare le entrate. L'intenzione è quella di agire sull'aliquota Imu (la nuova imposta municipale) relativa alle seconde case. I Comuni hanno la possibilità di alzare l'aliquota di riferimento (0,76%) fino a un massimo di 0,3 punti percentuali e Como aumenterà di un decimale o al massimo uno e mezzo, assestandosi quindi tra 0,86 e 0,91. Con una simile mossa, verranno incamerati circa cinque milioni di euro in più, rispetto alla situazione attuale. Nessuna stangata, invece, sulla prima casa: si applicherà l'aliquota base dello 0,4 (le amministrazioni potrebbero salire in teoria fino a 0,6).
Ulteriore ossigeno per le casse comunali dovrebbe arrivare da un piano di alienazione del patrimonio, così come da un maggiore impegno sulle risorse da incamerare attraverso i piani attuativi. Altri 800mila euro, inoltre, verrebbero recuperati dal ritocco di canoni e tariffe, in primis quelli per l'occupazione di spazi pubblici. Sul tavolo c'è anche l'ipotesi di introdurre una tassa di soggiorno, ma il gettito non sarebbe molto consistente e probabilmente non se ne farà nulla.
Scongiurato, almeno per ora, anche il rischio di un aumento dell'Irpef comunale.
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