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Venerdì 20 Gennaio 2012
"Salviamo al filiera tessile"
Marchio artigiano 100% made in Italy
Campagna di sensibilizzazione di Confartiginato tra le imprese del distretto comasco per l'utilizzo dell'etichetta di qualità
Lo scopo è garantire la qualità e i consumatori, ma all'associazione interessa anche tutelare la filiera soprattutto in quelle lavorazioni a forte impatto di manodopera quali, ad esempio, il confezionamento, passaggio che sempre più spesso prende la strada dell'estero.
«Salvaguardare la filiera è fondamentale - dice Lorenzo Frigerio, presidente del settore moda di Confartigianato - per le ragioni economiche del sistema. Se sparissero i confezionatori il distretto perderebbe il suo valore; senza dimenticare - aggiunge - che la morte dei confezionisti farebbe perdere anche il 50% della produzione perchè prima o poi l'azienda che confeziona in Romania o in Cina finisce col comprare anche i tessuti e realizzare tutto sul posto».
Confartigianato è partita con un piano d'intervento a tappeto, nei giorni scorsi, con l'invio di una prima tranche di 500 lettere ad altrettante imprese di confezionisti, quelli più vicini al prodotto finale; la seconda tranche, indirizzata ad altrettante aziende, sta ora raggiungendo tessitori, fotoincisori, lucidisti e filatori.
Mille imprese in tutto chiamate a sapere che c'è una legge, fatta nel 2009 e poco nota, che permette di fregiarsi di un marchio di qualità superiore al più noto "Made in Italy", ed è proprio quel marchio "100% Made in italy" che garantisce che ogni passaggio, dal disegno alla progettazione, alla lavorazione, al confezionamento, è realizzato in Italia.
Una cosa diversa dal "made in Italy" per il quale basta che l'ultimo, ma sostanziale, passaggio di lavorazione sia fatto in Italia.
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