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Domenica 22 Gennaio 2012
Como, 1200 avvocati
«Servono più regole»
In una provincia come Como dove c'è un avvocato ogni 500 comaschi la liberalizzazione della professione forense suona come un controsenso. E infatti le toghe lariane storcono il naso di fronte alla riforma Monti: «Il nostro problema è opposto».
A parlare è il presidente uscente dell'Ordine degli avvocati di Como, Alessandro Patelli. Nei giorni scorsi il consiglio dei legali lariani si è riunito per discutere il progetto di riforme del governo: «E le perplessità erano molte». Ora che il decreto è pubblicato, quelle perplessità restano.
«Principalmente i discorsi da affrontare sono due - precisa l'avvocato Patelli - La riforma del tirocinio e la cancellazione delle tariffe». Il decreto Monti prevede un tirocinio in università di sei mesi, che sostituisce in parte quello presso gli studi legali.
«Le contrarietà al riguardo sono molte - precisa il presidente delle toghe di Como - L'università così com'è strutturata può dare una preparazione adeguata sotto un aspetto teorico e astratto, ma non esiste un biennio professionalizzante che si raggiunge con la pratica. Siamo d'accordo in un ciclo formativo più professionalizzato, ma il tirocinio si fa sul campo». Certo è che il piano del governo eliminerebbe quello sfruttamento dei praticanti in voga in certi studi legali: «Purtroppo il fenomeno esiste ed è vero che in alcuni casi il praticante viene usato al posto del personale dipendente per risparmiare sui costi - conviene Alessandro Patelli - E qui ci colleghiamo al secondo tema, quello delle tariffe: se già ci sono colleghi che, per risparmiare, usano impropriamente i praticanti cosa potrebbe accadere con la cancellazione di un minimo sotto il quale non si può scendere?».
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