Cantù, prima Giubiana
al rogo senza i politici

Migliaia di persone in piazza per il tradizionale rito propiziatorio. Gli organizzatori quest'anno non hanno voluto che ad appiccare il fuoco fosse qualche politico locale

CANTÙ  Un tempo scacciava i cattivi presagi, la Giubiana. Quest'anno ha scacciato i politici, che sul crinale si sono dovuti accontentare di leggere tra le vampate che consumavano il fantoccio e le fascine i presagi per l'anno che verrà. Scelta della Pro Cantù, il sodalizio che da sempre organizza la manifestazione con la Classe del 1955, che ha voluto che la serata di ieri sera, una delle poche occasioni che ancora riescono a gremire il crinale, fosse una festa collettiva senza connotazioni. Tra le migliaia di persone, anche qualche giocatore della Bennet, come Markoishvili e Marconato.

Serata dai ritmi consolidati e piacevolmente noti, oramai, quella della Giubiana, scandita dai cerimoniali consueti che precedono l'esecuzione della condannata a morte.  Rito antico per scacciare l'inverno e le sventure e propiziare un'annata serena e fruttuosa antica. La chiusura, ormai è un classico, è con il maso all'insù, per godersi i fuochi d'artificio che rischiarano il cielo mentre ancora il falò illumina le pietre della piazza.

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Eco di Bergamo Cantù, la Giubiana