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Sabato 28 Gennaio 2012
Il vescovo Coletti:
«Votiamo per i valori»
Coraggio, passione, amore. Tre valori che dovrebbero essere alla base di tutto, secondo il vescovo monsignor Diego Coletti. Invece sono i grandi assenti negli ultimi cinque anni di guida della città.
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E coraggio, passione e amore sono invece i grandi assenti negli ultimi cinque anni di guida della città. «Sì, sono mancati. Forse è mancata anche una più profonda intelligenza della complessità delle situazioni e una più profonda solidarietà. Senza fraternità e finalizzazione, l'intelligenza non produce niente di buono». L'intelligenza, da sola, «fabbrica anche la bomba atomica». Non solo. L'analisi di Como filtrata dagli occhi del vescovo, che parla da «cittadino medio», non nasconde le «difficoltà che sono sotto gli occhi di tutti». Problemi «logistici, industriali, amministrativi».
Una città che monsignor Coletti ha visto per la prima volta esattamente cinque anni fa. Era il 28 gennaio, una domenica, quando aveva percorso il centro storico da Porta Torre al Duomo, salutando con un abbraccio e una carezza tutti i bimbi che incontrava. Cinque anni dopo dice che «a bloccare la città sono state le divisioni, che hanno fermato anche i buoni propositi». I «troppi personalismi» e l'«eccessiva personalizzazione della politica» costituiscono e hanno costituito un limite.
E l'augurio del vescovo per il futuro è che ci siano «forze politiche e persone capaci di grande tessitura» mentre fino ad adesso hanno prevalso «divisioni, reciproca diffidenza, antipatie personali, desiderio di non finire nel gioco di squadra ma di mantenere la propria strategia». Tutto questo ha «impedito gli sviluppi che la qualità di questa città si merita». Il vescovo parla di una realtà «con un tessuto molto sano, ma con un andamento riservato e individualista» e con poco dialogo e «confronto serio».
Tra poco più di tre mesi ci saranno le amministrative e dalla curia non arriveranno indicazioni di voto. Lo dice chiaramente monsignor Coletti: «Trattandosi di elezioni amministrative, dobbiamo garantire la neutralità da parte della comunità cristiana, nel richiamo ovvio a valori di salvaguardia del bene comune. Chiunque si impegni nel politico ha un proprio entroterra di visione del mondo. L'importante è che ci sia coerenza e che questa venga espressa: c'è la necessità di essere chiari per come la si pensa in modo che si possa poi verificare».
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