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Lunedì 06 Febbraio 2012
Como, tubi dell'acqua rotti
Sessanta impianti ko
Bisogna coprire i tubi. Chi non lo fa allunga la lista di chi si ritrova con il danno fatto come in questi giorni: l'acqua si solidifica nelle condutture, non arriva ai rubinetti, spacca gli impianti, rovina i contatori.
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Invece, cresce di giorno in giorno per dimensioni e danni un fenomeno che intorno al Natale del 2009 si era già manifestato ed aveva lasciato a secco centinaia di abitazioni a sud di Como: l'acqua si solidifica nelle condutture, non arriva ai rubinetti, spacca gli impianti, rovina i contatori. La parte delicata dei contatori è il vetro: il gelo lo fa scoppiare e l'acqua fuoriesce. Ma il gelo può anche bloccare le valvole e l'utente rimane senz'acqua.
I guasti da gelo ai contatori - una sessantina di casi solo ieri mattina - sono a carico dell'utente: sono un bene dato in uso e del quale prendersi cura, anche se la sostituzione è garantita da Acsm Agam.
Tre anni fa, il gelo era durato poco, due-tre giorni. Adesso, non se ne vede la fine: alla prima ondata polare, seguirà una nuova corrente siberiana che potrebbe soffiare fino a martedì prossimo e nessuno si sbilancia sulle previsioni delle conseguenze. Quanto gelo possono sopportare gli impianti? «Quello che doveva cadere, è già caduto o sta cadendo adesso, perché esposto e non protetto», è un'ipotesi dei tecnici. La seconda: «Più il gelo perdura, più incide». Le condutture sotterranee, per il momento, resistono: la neve copre il terreno e non lascia penetrare il ghiaccio. Ieri, a Ponte Chiasso, in via Bellinzona e in via Brogeda, due secondarie si sono rotte e sono state ripristinate. In genere, saltano le condutture posate a meno di 50-60 centimetri nel sottosuolo, ma anche quelle lungo le pareti delle case se non sono coperte a sufficienza da cemento ed intonaco. L'acqua, gelando, aumenta di volume e il tubo scoppia.
«In dodici ore, abbiamo contato sessanta chiamate di utenti domestici che chiedevano aiuto per l'acqua gelata», dice il presidente di Acsm Agam, Umberto D'Alessandro, calcolando il periodo tra la mezzanotte di domenica e mezzogiorno di ieri. Pausa nel pomeriggio, ripresa delle chiamate in serata.
«Le nostre squadre sono tutte pronte: sono state potenziate, intervengono nel minor tempo possibile, ma le chiamate sono davvero tante - continua il presidente - Fin dalla settimana scorsa, avevamo predisposto un piano. E avevamo pubblicizzato un decalogo: coprire i tubi esposti, coprire i contatori, coprire i pozzetti, con stracci, lana di roccia, giornali».
C'è chi ha chiuso l'acqua negli impianti esterni, dopo averla fatta uscire dalla colonnina e chi ne lascia scorrere un filo nelle ore più fredde, anche in casa. Un filo sottile come un capello è meglio che la goccia continua.
Il problema del gelo che spacca le condutture si manifesta soprattutto nel tratto tra il contatore e l'edificio da servire.
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