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Lunedì 20 Febbraio 2012
«Manca un candidato sindaco?
La società civile si è sottratta»
«Vivere come un fallimento il fatto che il Pdl non è riuscito a trovare un candidato sindaco dal nome altisonante? Ma non ci penso proprio. È la società civile che, al dunque, ha rinunciato». Il coordinatore del Pdl difende i tre candidati alle primarie del centrodestra, risultato raggiunto in zona Cesarini e dopo settimane di faticose trattative
Il coordinatore del Pdl comasco, il senatore Alessio Butti, difende i tre candidati alle primarie del centrodestra - Laura Bordoli, Federica Simone e Sergio Gaddi -, risultato raggiunto in zona Cesarini e dopo settimane di faticose trattative. Per rafforzare il concetto che in casa Pdl non si è lavorato per escludere ma, al contrario, per allargare oltre i confini dei partiti la possibilità di partecipare alle primarie, rivela: «Se non abbiamo qualche nome che forse ci si aspettava è solo per volontà sua». I motivi? Mancanza di tempo, in primis, perché essere u imprenditore mal si concilia con l'impegno totalizzante di sindaco. «Non ha aiutato anche l'aggressività di certa stampa - rimarca il senatore - Immaginare cinque anni di massacro mediatico non fa piacere a nessuno». Come dire: quando il gioco si fa duro, non sono in molti a voler giocare.
«La qualità indispensabile al prossimo sindaco di Como sarà la competenza. Tutto il resto viene dopo» sottolinea Luca Gaffuri, consigliere regionale del Pd. «Il nostro obiettivo è quello di vedere rappresentata la società civile e il mondo dell'economia sia nella lista del Pd che in quelle civiche che appoggeranno Mario Lucini. Siamo a buon punto».
Ormai chiaro il quadro dei nomi su cui si giocherà la partita per scegliere il prossimo numero uno di palazzo Cernezzi, il mondo dell'economia sta già cercando di capire come limitare i danni.
«Condivido in toto l'analisi di Diego Minonzio, compreso il richiamo a noi rappresentanti del mondo dell'economia. Un'occasione persa per avere finalmente una persona super partes capace di agire fuori da quelle logiche di partito e da quei giochi di palazzo che hanno paralizzato Como in questi anni» commenta Marco Doneda. Sul nome giusto il presidente dei costruttori non ha dubbi: «Paolo De Santis era perfetto, ne eravamo tutti convinti». Che fare ora? «Gioco di squadra, almeno tra noi categorie per pressare il prossimo governo cittadino. Non ci aspettiamo grandi opere, ma una realistica ripartenza della città in tempi brevi».
Linea condivisa dal presidente di Confartigianato Marco Galimberti grande sponsor di quel tavolo dei presidenti da cui dovrebbe uscire un manifesto condivìso del mondo dell'economia da sottoporre ai candidati. «Difronte all'evidente debolezza dello scenario che si profila, almeno il mondo delle imprese non può coltivare particolarismi, altrimenti si rischia di avere una città ancora in balia di quei veti e contro veti che hanno portato al disastro.
Il presidente di Confcommercio, Giansilvio Primavesi, non esista a parlare di «grande confusione e programma molto simili». «Il mio timore aggiunge - è che i comaschi, esasperati dalla situazione in cui la giunta Bruni ci ha portato, difronte a proposte poco chiare, decidano di disertare le urne. Sarebbe un bel disastro».
Pragmatismo invoca, invece, Roberto Cassantiportavoce degli albergatori. «Sindaco a parte, quel che conta è che chiunque vinca posa fare affidamento su un'ottima squadra, meno litigiosa di quella che abbiamo avuto a palazzo in questi anni. Mi auguro che nessun degli assessori uscenti abbia il coraggio di ricandidarsi».
E sui programmi, semplicità è la parola d'ordine di tutti: «Niente libro dei sogni - sintetizza, Alberto Bergna della Cna - Ticosa recuperata, lungolago finito e decoro in città bastano e avanzano per farsi rieleggere dai comaschi anche fra cinque anni».
Elvira Conca
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