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Lunedì 20 Febbraio 2012
Como, morto per la caldaia
«Il Comune doveva sostituirla»
L'episodio lo scorso agosto in via San Felice a Ponte Chiasso: in una casa comunale perse la vita Raffaele Donadio, 62 anni. Ora un perito spiega cosa accadde
A dirlo - anzi, a scriverlo - è l'ingegnere Massimo Bardazza, consulente tecnico nominato dalla Procura della Repubblica con lo scopo di chiarire il mistero di una morte che solleva ancora molte domande.
Donadio, che divideva con la figlia quel piccolo appartamento di proprietà del Comune, fu trovato morto in casa a metà agosto, addirittura con le finestre spalancate. Nessuno, ovviamente, pensò a un decesso legato a una prolungata inalazione di gas ma l'esito degli esami fu inequivocabile: monossido.
Possibile? Con le finestre aperte? In piena estate con il riscaldamento spento?
Ciò che il consulente ha appurato - e che rischia di mettere il Comune in guai serissimi, anche se per il momento non risultano iscrizioni sul registro degli indagati - è che l'impianto di smaltimento dei prodotti di combustione non era a norma e che, per questo, la caldaia di casa Donadio riversava nell'ambiente fumi di monossido in quantità letali, anche per esposizione di pochi minuti.
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