Homepage / Como città
Domenica 26 Febbraio 2012
Giochi e slot a Como
Allarme di Coletti
Ottanta comaschi in cura al dipartimento dipendenze dell'Asl (il Sert), una spesa media pro-capite annua di 1.800 euro. Trecento in più rispetto a Milano. È la fotografia del gioco sulLario: schedine, slot, Enalotto.
Fotografia che fa preoccupare il vescovo, monsignor Diego Coletti, all'indomani della durissima presa di posizione della Cei contro lo Stato che «prima illude e poi cura». E Coletti parte proprio dalle parole del cardinale Angelo Bagnasco.
«La vita non è un colpo di fortuna» utilizzate a Genova, a margine del convegno dedicato al gioco d'azzardo. «Mi trovo pienamente d'accordo - dice Coletti -. Il dato italiano parla di un fenomeno diffuso e radicato più di quanto ci si possa immaginare». In riva al lago la situazione è pesante. «Personalmente - aggiunge - mi preoccupa la fotografia della nostra realtà comasca, dove emergono numeri - sia per quantità di giocatori, sia per denaro speso - che sollecitano attenzione e riflessione per almeno due motivi. Il primo perché si tratta, come mi sembra si evinca dalle osservazioni di esperti e operatori, di un'analisi sottostimata. Secondo, perché, essendo una media, vuol dire che chi entra nella spirale del gioco investe notevoli risorse, sottraendole, molto spesso alla famiglia e alla sua cura. Quella da gioco è una dipendenza che esiste da tempo e che solo negli ultimi anni è stata finalmente riconosciuta come tale, sollecitando preziosi interventi di recupero. Oggi, però, sta assumendo caratteristiche nuove, amplificate dalle possibilità telematiche e dalla facilità di accesso al gioco».
Aumentano le fasce a rischio, anche a causa della crisi che sta mettendo molte famiglie in difficoltà. E il proliferare di sale slot, di giochi on line attrae sempre più persone. «Il "battage" pubblicitario cui si è sottoposti - chiarisce il vescovo - non aiuta e anche il suggerimento a "giocare il giusto" non mi sembra deterrente sufficiente a limitare comportamenti inappropriati. In un periodo difficile come l'attuale, l'illusione di cambiare vita con "un colpo di fortuna" coinvolge una fascia sempre più ampia di persone. Dobbiamo sentire tutti il dovere di aiutare chi si trova a confrontarsi con questa emergenza sociale, specie quando non ne abbia la consapevolezza».
Che fare, quindi? Secondo Coletti servono interventi su due fronti. Sia in veste di prevenzione, sia sulle famiglie, nuclei dove esplode il problema e messi a dura prova.
«La dipendenza da gioco, come quella da internet o dai videogiochi, - precisa ancora il vescovo di Como chiede interventi educativi a partire dalle giovani generazioni, per impedire che si sviluppi fino a raggiungere forme grav».
Leggi l'approfondimento su La Provincia in edicola domenica 27 febbraio
© RIPRODUZIONE RISERVATA