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Mercoledì 29 Febbraio 2012
Malati di gioco d'azzardo
«Servono i soldi per le cure»
Il monito dell'assessore regionale Boscagli dopo l'allarme del vescovo di Como monsignor Diego Coletti sulle dipendenze da gioco: «Lo Stato sostiene il gioco d'azzardo, si occupi anche delle spese per le famiglie con parenti malati di gioco»
Con queste parole l'assessore regionale alla Famiglia e alla Solidarietà sociale Giulio Boscagli, ha sollevato ieri il problema della ludopatia, cioè della dipendenza da gioco, una patologia che a quanto pare sta crescendo nel nostro paese e in tutta la Lombardia.
«In Lombardia - ha spiegato Boscagli - sono oltre mille le persone che si sono rivolte ai nostri servizi contro le dipendenze per uscire dal tunnel del gioco, un numero molto significativo, che ci spinge a pensare alla realizzazione di strutture specifiche per queste nuove patologie. L'aumento dei controlli sui gestori, approvato di recente, è un fatto positivo ma non può far dimenticare la gravità del fenomeno».
In Lombardia, secondo i dati di FederSerd, i profili di gioco caratterizzano una tipologia di soggetti di fascia economica medio bassa, che gioca regolarmente, in prevalenza alle slot machine, spendendo tra cento e mille euro a settimana e la maggior parte di loro ha sperperato in media oltre 10.000 euro.
«Dal 2002, anno in cui il gioco d'azzardo è gestito legalmente dal Monopolio di Stato - continua Boscagli - si è registrato un notevole incremento del denaro giocato dalle famiglie. Dato che lo Stato sembra non poter fare a meno dei proventi del gioco, si provveda almeno a destinare una quota degli incassi alle regioni per potenziare i servizi».
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