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Sabato 03 Marzo 2012
Sotto la passerella poco
Il tessile spera in Parigi
Mai come in questo giro di sfilate milanesi, i grandi nomi della moda italiana hanno puntato su tessuti di grande pregio, sontuosi stampati e jacquard made in Como. Ma quanto del lusso visto in passerella va poi in produzione? I più sostengono che ogni anno cresce l'impegno in ricerca e si riducono gli ordini
Ma quanto del lusso visto in passerella va poi in produzione? Pareri divisi tra i big del distretto, i più sostengono che ogni anno cresce l'impegno in ricerca e si riducono gli ordini. In molto più rilevante quelli dei marchi italiani rispetto ai brand che sfilano a Parigi, Londra e New York.
«I risultati sono ben al di sotto delle attese - esordisce Alessandro Tessuto, a capo dell'omonimo gruppo tessile - Gli ordini delle pre-collezioni, che rappresentano il 70% del venduto, sono in netto calo rispetto allo scorso inverno».
Soprattutto nelle tessiture e nelle tinto-stamperie serpeggia la preoccupazione di un primo semestre 2012 più recessivo del previsto.
«Le premesse non fanno certo ben sperare su un'inversione di tendenza post sfilate- continua Tessuto - Ormai ci sono in ballo solo piccoli quantitativi da integrare. Le speranze di recupero sono ora risposte nelle presentazioni di Parigi, vero tempio del lusso couture. A Milano le firme che fanno tendenza nell'alta gamma ormai si contano a malapena sulle dita di una mano, mentre la Ville Lumière ne conta almeno il doppio».
Leggi l'approfondimento su "La Provincia" del 3 marzo
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