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Sabato 03 Marzo 2012
Miele lariano alla riscossa
Etichetta contro la Cina
Acacia, tiglio, castagno e millefiori le varietà più comuni a cui si aggiungono produzioni di nicchia, come quello di lampone e ailanto
Non è, dunque, "dolce come il miele" lo scenario in cui sono chiamati a lavorare gli apicoltori comaschi, 70 aziende, di cui 20 dotate di laboratorio di smielatura, concentrate per lo più al confine con la provincia di Varese e capaci di immettere in media ogni anno sul mercato dai 1500 ai 2000 quintali di miele.
Caratteristici del territorio, il miele di acacia, tiglio, castagno e millefiori a cui si aggiungono alcune produzioni di nicchia, cioè il miele di lampone, erica, ailanto, d'alta montagna e di rododendro. Sfida principale della Coldiretti comasca, lavorare affinché questo prodotto, uno dei protagonisti del paniere agroalimentare provinciale, diventi una voce importante per l'export alimentare nel nostro Paese.
«Siamo chiamati a contrastare la concorrenza cinese che nel 2011 ha triplicato le proprie esportazioni - commenta Francesco Renzoni, direttore Coldiretti Como - un fattore che ci preoccupa ma che ci spinge, nello stesso tempo, a rafforzare il nostro impegno nella promozione di una filiera garantita in cui ogni organismo geneticamente modificato è bandito.
Fondamentale, dunque, scommettere sul territorio e sulla promozione del prodotto. In primo luogo, attraverso il marchio "Miele Lariano" che, come spiega Marco Bianchi, apicoltore di Cagno e presidente del Consorzio "Sapori di terra, sapori di lago" con sede a Camerlata, «è stato istituito nel 2010 grazie alla sinergia con l'Amministrazione provinciale e la Camera di commercio ed è normato da un severo disciplinare.
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