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Giovedì 08 Marzo 2012
I frontalieri cambiano
Più laureati meno muratori
In otto anni sono raddoppiati i comaschi in Ticino impiegati nei servizi, nella scuola e nella sanità
A metà dello scorso anno, a otto anni di distanza, le percentuali si sono sostanzialmente invertite: al 46,3% del secondario rispondeva il terziario con il 52,8%. Il tutto, in un contesto in cui il numero di frontalieri è passato da 33 a 51mila (21mila solo dalla provincia di Como), con una crescita del 52,2% ad attestare la continua ricerca di personale tricolore. Un balzo in avanti considerevole, che nel terziario ha addirittura superato la soglia del 73%, con punte di assoluto primo piano nell'immobiliare (+319,1%), nell'istruzione (+223,8%), nei servizi di informazione e comunicazione (+165,2%) e nelle attività professionali, scientifiche e tecniche (+159,4%).
«Il Ticino - afferma Roberto Cattaneo (Uil Frontalieri) - pesca le migliori risorse professionali dalla Lombardia grazie alla differenza, marcata, tra gli stipendi italiani e svizzeri».
Il differenziale, del resto, è noto a tutti. Mediamente si parla di almeno un 30% in più, con contratti a tempo indeterminato.
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