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Domenica 11 Marzo 2012
Griante, dopo 170 anni
il lago ritrova la sua primula
Sui monti non c'era dal 1834: si tratta di una specie a rischio di estinzione
Il raro fiorellino - petali violetti, foglie lucide e coriacee - anche questa volta ha scelto un testimone del ramo, il naturalista Attilio Selva, curatore del Museo della Val Sanagra ed autore di diverse pubblicazioni sui fossili e l'ambiente lariano. Selva già qualche anno fa aveva trovato piccole popolazioni della Primula glaucescens Moretti, detta appunto Primula di Lombardia, in Val Sanagra e sui Monti di Porlezza, in precedenza il fiore era stato segnalato in Valsolda. Apparizioni sporadiche, che hanno fatto temere per la sopravvivenza della specie.
Questa pianta ha una distribuzione mondiale ristretta, si trova solo tra la sponda occidentale del lago di Como e il lecchese, a ovest, e il settore meridionale del massiccio dell'Adamello (Val Daone), ad est. Il suo limite occidentale mondiale termina nel territorio compreso tra il lago di Como e il lago di Lugano.
È una specie rara e incostante, che per attecchire vuole la dolomia principale - un certo habitat di prateria ma lievemente roccioso - una certa altitudine (900 -1000 m) e insolazione.
«Nei primi giorni di marzo - racconta Selva - mi trovavo a percorrere un tratto sconosciuto che dalle pendici della Sasso di San Martino ascende il versante settentrionale del Dossone di Nava. Il versante attraversava un tratto inesplorato della montagna e ciò ha permesso la scoperta: dopo 178 anni dalla segnalazione del Comolli ecco comparire le rosette inconfondibili della Primula Lombarda in una popolazione che conta poche centinaia di individui. Le ricerche effettuate in precedenza nell'area dei Monti di Griante mi avevano indotto a ritenere assente la pianta, dato che peraltro riportai nella pubblicazione "Flora e Vegetazione tra Lario e Ceresio" (2005). La natura è sorprendente: la popolazione di Primula Lombarda, a seguito dell'innalzamento del clima e non potendo risalire a quote più elevate per la scomparsa del suo habitat - anche per la riforestazione successiva agli anni 50 - si è rifugiata in una modesta radura posta in un versante settentrionale, dove ha trovato riparo dalla radiazione solare intensa».
La Primula Lombardia è comunque a rischio: «Il destino di queste popolazioni - spiega Selva - potrebbe essere l'estinzione o, secondo le teorie evoluzionistiche, l'affermazione di qualche variante favorevole che potrebbe emergere in risposta ai cambiamenti ambientali».
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