Homepage / Como città
Lunedì 12 Marzo 2012
Ex Fisac, crediti recuperati
A 18 anni dal fallimento
Il giudice Vito Febraro delegato alla procedura fallimentare della Fisac srl di Grandate, una delle più importanti seterie del territorio, ha disposto la vendita senza incanto del credito Ires per ritenute fiscali su interessi attivi bancari maturati dalla Società, la prima del gruppo finita a gambe all'aria nel 1994.
Il giudice Vito Febraro delegato alla procedura fallimentare della Fisac srl di Grandate, una delle più importanti seterie del territorio, ha disposto la vendita senza incanto del credito Ires per ritenute fiscali su interessi attivi bancari maturati dalla Società, la prima del gruppo finita a gambe all'aria nel 1994.
Ai tempi, l'imposta sui redditi delle società, oggi Ires, si chiamava Irpeg, imposta sul reddito delle persone giuridiche e sulle ritenute d'acconto praticate dalle banche, in tanti anni di procedura, è maturato il credito che rappresenta un attivo. Servirà, dunque, per pagare chi è stato coinvolto nel fallimento e ha tuttora conti aperti per le insolvenze della Fisac.
Il prezzo base è di 850mila euro, con offerte in aumento di 25mila e la partecipazione è riservata ad intermediari iscritti nell'elenco tenuto dal ministero del Tesoro presso l'Ufficio italiano cambi.
Ma al di là degli aspetti tecnici, l'emergenza sembra rappresentata dai tempi lunghi per chiudere un fallimento. Diciotto anni sono davvero un'eternità.
«L'accumulo delle ritenute sugli interessi bancari rappresenta un'importante risorsa per pagare i creditori», premette Andrea Passarelli, presidente provinciale dell'Ordine dei commercialisti e degli esperti contabili. Però, i creditori Fisac hanno aspettato quasi vent'anni in stato di sofferenza.
« Conosco casi di aziende comasche creditrici di operatori falliti che, a loro volta, sono stati costrette a portare i libri in tribunale - afferma Passarelli - alcuni crac rappresentano il primo anello di una catena di dissesti aziendali ».
La vicenda Fisac è stata molto complessa, fra arresti dei proprietari, cause penali e civili in successione.
« Come in altri casi - continua Passarelli - le procedure fallimentari si allungano anche per le cause civili e penali collaterali. Basta pensare ad una causa per revocatoria, tre gradi di giudizio, almeno dieci anni di udienze. Nel frattempo, il giudice procede con le aste dei beni e quasi mai il primo tentativo va a buon fine. Il riparto dell'attivo, se c'è, comporta tempi smisurati perché le fasi sono innumerevoli».
Alla fine, forse a sorpresa, non rimane che l'asta delle ritenute sugli interessi bancari.
Leggi l'approfondimento su La Provincia in edicola lunedì 12 marzo
© RIPRODUZIONE RISERVATA