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Domenica 18 Marzo 2012
Denuncia choc a Como:
mille bimbi non vanno scuola
L'allarme del presidente di Univercomo Giacomo Castiglioni lanciato nel corso di un convegno sul Welfare
Doveva essere un'occasione per riflettere su tematiche legate alle problematiche sociali e familiari del nostro tempo, in vista dell'ottavo Incontro mondiale delle famiglie in programma a Milano, con papa Benedetto XVI, dal 30 maggio al 3 giugno. Una notizia marginale, nel contesto del dibattito sulla questione della crisi dello stato sociale che - come ha affermato il presidente della Fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti - «non tornerà più», ha colpito i presenti.
L'allarme relativo ai ragazzini sconosciuti alle istituzioni scolastiche è stato lanciato dal presidente di Univercomo Giacomo Castiglioni: «Si presume che quasi un migliaio di bambini della provincia di Como non frequenti la scuola dell'obbligo». Castiglioni ha pure sottolineato che la rete di solidarietà, costituita da enti e associazioni che si occupano dei bambini in particolari situazioni di disagio, su mandato del Tribunale, riesce a intercettare solo una piccola parte del problema: in media un ragazzino su cinque. Circa cento - ha precisato Castiglioni - vengono ospitati quotidianamente dalla Cometa, che li raccoglie al mattino con lo scuolabus e li riporta a casa la sera, dopo averli seguiti anche nei compiti.
Ma anche questo servizio è a rischio, poiché il Comune, per economie di bilancio, taglierà il contributo garantito finora all'associazione dei fratelli Figini. Altre realtà non profit che seguono questi bambini sono gestite dai padri Somaschi e dal "don Guanella", a Como, e da istituti religiosi di Erba e Cantù: ognuno di queste ne ha in carico una quindicina.
Il dato dei bambini che non completano la scuola dell'obbligo conferma la tesi sostenuta ieri al convegno sul Welfare, ovvero che la crisi non è connessa soltanto alla questione economica, ma ha anche un'origine antropologica ed etica, specchio di una società lacerata dalla fragilità in campo educativo, dal dissolvimento dei legami.
Nello specifico dei ragazzi che non finiscono le scuole si tratta di un dato da approfondire, come ha detto lo stesso Castiglioni. Luca Monti, esperto di orientamento, che da anni collabora con gli enti territoriali per contrastare l'abbandono scolastico, avverte che i numeri reali potrebbero essere inferiori: «Quando l'anno scorso venne pubblicata una statistica secondo cui a Como il 21% dei ragazzi abbandonava la scuola nei primi due anni delle superiori, appurammo che erano stati erroneamente conteggiati anche quelli che dopo le medie si iscrivono negli istituti del Varesotto e del Milanese». Tuttavia, riconosce, il problema è serio: «Già nel 2007 - ricorda - eravamo arrivati a contare 600 abbandoni. E se un tempo questi ragazzi avevano comunque la speranza di trovare un lavoro nel ricco Nord, ora le imprese non assumono quasi più apprendisti minorenni».
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