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Sabato 31 Marzo 2012
Finanziere arrestato
Mazzetta e doppio lavoro
Ci sono sviluppi nell'inchiesta che riguarda l'appuntato della guardia di finanza di Como arrestato due settimane fa con l'accusa di avere sottratto soldi a contribuenti contattati con la scusa di dover svolgere alcuni accertamenti fiscali.
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Tra gli stessi suoi colleghi - che lo avevano tratto in arresto e ai quali la Procura aveva affidato l'indagine - si fa strada l'ipotesi che all'attività al valico di Brogeda, il finanziere ne affiancasse un'altra, ovviamente del tutto clandestina, come collaboratore di una agenzia di sicurezza privata con sede a Lugano e a Bellinzona.
Ovviamente a nessun rappresentante delle forze dell'ordine, sia esso un finanziere o un carabiniere o un poliziotto, è consentita una seconda attività, neppure prestata gratuitamente e meno che mai in ambiti "limitrofi", cioè, per esempio, nella sicurezza.
Gli accertamenti sono in corso, condotti con la collaborazione del centro di cooperazione doganale di Chiasso.
L'appuntato, intanto - che resta sotto indagini per le ipotesi di truffa e di rivelazione e utilizzazione di segreti d'ufficio - ha potuto lasciare il carcere del Bassone, dopo essere stato interrogato dal giudice preliminare.
Rimane in arresto, ma in regime di detenzione domiciliare, fino al completamento dell'attività di indagine.
Giuseppe Mazza, questo il suo nome, aveva manifestato l'intenzione di risarcire le sue vittime, spiegando al giudice di essere stato in qualche modo costretto ad agire così per una serie di gravi problemi familiari.
L'accusa è quella di avere attinto alle banche dati della dogana per identificare soggetti a cui potersi rivolgere fingendo di dovere svolgere accertamenti fiscali a domicilio.
Leggi l'approfondimento su La Provincia in edicola sabato 31 marzo
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Truffa, false verifiche Finanziere arrestato