Homepage
Sabato 31 Marzo 2012
Casse dei supermercati
Sfida ai colossi informatici
La lariana Camì sta facendo concorrenza a nomi come Ibm, Ncr, Wincor
Michele Grande: «La novità è il software indipendente dall'hardware». L'obiettivo dichiarato è quello di «trasformare una buona idea in una vera e propria attività imprenditoriale».
Una giovane realtà imprenditoriale, la Camì si sta facendo largo tra nomi altisonanti come Ibm, Ncr, Wincor. Un'isola felice chiusa nei palazzi residenziali, dietro l'angolo tra via Maurizio Monti e via Zezio, nel centro di Como. 24 giovani, suddivisi su tre uffici ristrutturati, sfidano le multinazionali nella realizzazione e nel controllo di software per supermercati e negozi.
Di loro si sono accorti diversi imprenditori italiani, le cui aziende si chiamano Despar, A&O, Pittarello, Brendolan Commerciale, Lombardini, che hanno deciso di abbandonare i colossi industriali per scegliere una piccola realtà industriale. Da questo angolo di città sono controllate 7000 casse, presenti negli ipermercati, sparsi in tutta Italia.
«La novità sta nella capacità di proporre al cliente un software indipendente dall'hardware. Quindi meno costoso. Mentre le multinazionali cercano di vendere il pacchetto completo. Siamo una piccola realtà, con due filiali una a Bari e l'altra a Soave. Se il confronto cade sull'immagine, allora abbiamo un impatto meno accattivante dei nostri competitors».
A parlare è Michele Grande, 49 anni ingegnere elettronico, titolare dell'azienda dal 2003 insieme alla moglie Isabella, un fatturato da due milioni e mezzo di euro, in crescita del 20%. La sua storia è fatta di coincidenze e di coraggio. «Quando, in occasione dell'apertura di un punto vendita Euronics, in Sardegna, ci è stato chiesto di studiare da zero nuove casse, ho capito che la mia vita stava cambiando - spiega Grande -. Mi si apriva un nuovo mondo, ma avrei dovuto accettare una vita molto più stressante».
La formula della piccola azienda conquista la fiducia della grande distribuzione. Il segreto sta nel know-how e nel desiderio di Michele Grande e del suo staff di studiare le macchine nella loro essenza. Incontra consenso, tanto che il mercato esplode, passando dalla produzione di sole 5 casse alle attuali 7000, concentrate nel Veneto e in Puglia. «In pratica - racconta Grande - significa essere collegati tutto il giorno con grosse realtà commerciali e, quando capita un problema, se non si può risolvere da remoto, bisogna partire al volo e intervenire».
Leggi l'approfondimento su La Provincia in edicola sabato 31 marzo
© RIPRODUZIONE RISERVATA