Inverigo, accusa di omicidio
per i rapinatori di Zappa

La morte del professore di Inverigo selvaggiamente aggredito aggrava la posizione dei quattro rapinatori rumeni. Oltre alle imputazioni per rapina e sequestro di persona, a questo punto scatta quella di omicidio. I figli del docente invocano la certezza della pena per i colpevoli

INVERIGO - Alla fine ha ceduto il cuore di Ausonio Zappa: ieri alle 13,46 all'ospedale viterbese di Belcolle è stato dichiarato il decesso dell'anziano professore inverighese, vittima di una feroce aggressione durante una rapina nella sua villa nella notte tra il 27 e il 28 marzo.

Già quando era arrivato in ospedale l'ottantunenne versava in gravissime condizioni: le sprangate alla testa inflittegli dai rapinatori gli avevano provocato lesioni irreparabili al cervello ed era stato subito dichiarato in coma irreversibile. Ieri uno dei figli, Gianluca, giornalista, ha comunicato che probabilmente i funerali del padre si svolgeranno a Viterbo martedì pomeriggio, sempre se non ci saranno rinvii per gli accertamenti autoptici.

E comunque nell'immediato la salma non verrà portata in Brianza.
La notizia della brutale aggressione aveva suscitato scalpore ad Inverigo, paese nel quale il docente era ancora residente e nel quale tornava spesso, soprattutto in parrocchia.

Una sorella abita a Lurago d'Erba, un'altra aveva un'attività commerciale ad Inverigo e uno dei suoi figli, Marco, artista, aveva scolpito la Via Crucis per la parrocchiale. Fondatore di due accademie d'arte private, una a Milano e l'altra a Viterbo, Zappa aveva ricevuto la massima onorificenza inverighese, il Sant'Ambrogino, proprio per il proprio impegno. Educatore instancabile ed appassionato, aveva fatto dell'attività scolastica il centro della propria vita.

Si era trasferito a Viterbo ma non amava vivere in città: preferiva la villa in campagna dove conservava libri e ricordi. Nella notte di dieci giorni fa il professore  aveva sorpreso i ladri e cercato di azionare l'allarme: venne però aggredito con violenza e colpito ripetutamente al capo con una spranga di ferro. Ad agire sono stati quattro rumeni. Due sono entrati nella villa: si tratta di Adrian Nicusor Salicir (22 anni) e Petrit Cosmin Ofrea (19); mentre Daniel Onel Ofrea (25) e Alexander Petrica Trifan (20) avevano agito da "pali" e autisti.

Sono proprio questi ultimi due ad essere stati intercettati dai carabinieri alle due di notte mentre i loro complici stavano massacrando il professore. Inseguiti, hanno portato i carabinieri a scoprire quanto accaduto nella villa. La banda conosceva bene la casa: Alexander Petrica Trifan infatti è il figlio dell'ex badante della suocera del professore. A 15 anni era stato sollecitato da Zappa a lasciare le cattive compagnie per dedicarsi allo studio, ma senza successo.

È accusato di essere il basista della banda: forse cercava le medaglie d'oro ricevute da Zappa per la sua attività di educatore, gli unici valori lì presenti. Unico bottino per i rapinatori però è stato il portafoglio dell'anziano.

I giovani, una volta arrestati, si sono resi subito conto della gravità della loro azione. Uno degli aggressori, Petrit Cosmin Ofrea, ha anche tentato il suicidio in cella il giorno dopo l'arresto, ma è stato salvato in extremis. Ora, con la morte del professore, per i quattro, oltre all'accusa di rapina e sequestro di persona, c'è anche quella di omicidio. Nei giorni scorsi due figli del professore avevano invocato la certezza della pena per i colpevoli.

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