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Martedì 10 Aprile 2012
Bossiani e Maroniani
E' l'ora della conta
Molteni: le dimissioni di Renzo non bastano, Carioni: diversi, il capo resta uno esempio
Un appuntamento organizzato nel bel mezzo della bufera che ha investito il Carroccio ma - proprio per questo - ancora più atteso dalla base.
La richiesta che arriva dal Lario è duplice: gli uomini più vicini a Roberto Maroni invocano «chiarezza» e la «pulizia» citata dallo stesso ex ministro dell'Interno, mentre i fedelissimi del Senatùr mettono l'accento sulla necessità di «far vedere a tutti che non molliamo» e si augurano che Bossi intervenga in prima persona dal palco. Nelle file dei bossiani ci sono, tra gli altri, il senatore Armando «Mandell» Valli, il presidente della Provincia Leonardo Carioni e il sindaco uscente di Cantù Tiziana Sala, mentre sono maroniani i deputati Nicola Molteni ed Erica Rivolta, il candidato sindaco del capoluogo Alberto Mascetti, il primo cittadino di Mariano Comense Alessandro Turati, il consigliere uscente di Palazzo Cernezzi Guido Martinelli. «A Bergamo ci sarò e dalla città partiremo davvero in tanti - spiega Martinelli - Vogliamo ribadire che c'è bisogno di pulizia e di fare i congressi. Al di là di pochi personaggi, la Lega è un movimento sano, onesto. Un percorso di rinnovamento in realtà era già in corso, ora va accelerato. Il nostro progetto non viene scalfito da queste vicende ed è giusto mostrare l'orgoglio di essere leghisti».
Pronto a muoversi anche un gruppo numeroso da Cantù: «Sono certo che risuoneranno parole di chiarezza, è quello che serve - dice Molteni - Dobbiamo ripartire dalla nostra gente, con entusiasmo. La Lega è fatta di persone perbene, quanto accaduto non appartiene al nostro modo di fare politica». Un ragionamento che porta Molteni a commentare così la notizia delle dimissioni di Renzo Bossi dal consiglio regionale della Lombardia: «Bene, ma non sono sufficienti. La base giustamente si aspetta anche altre dimissioni. La parola d'ordine dev'essere rinnovamento». Ci sarà anche «Mandell»: «La gente capisce in fretta e oggi sul lago tutti mi dicevano: qualcuno ha voluto fare le scarpe a Bossi».
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