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Mercoledì 11 Aprile 2012
La morte di Anna Barindelli
Nessun perdono per l'assassino
Da alcuni mesi il reo confesso per l'omicidio della giovane, Massimiliano Gilardoni,42 anni, di nuovo nell'abitazione dei suoi genitori, nella frazione di Vergonese. Meno di dieci anni è durato il periodo della condanna
Rimuovere ma non perdonare. Meno di dieci anni è durato il periodo della condanna, in un primo tempo fissato a sedici anni, poi a quattordici e sei mesi ed infine con l'indulto e altri sconti di pena appunto a meno di dieci anni. Pena per l'omicidio dell'infermiera trentaquattrenne Anna Barindelli.
Dallo scorso anno Gilardoni è tornato a Bellagio, ma in paese non si fa vedere. Ogni tanto, qualcuno lo ha intravisto sul balcone di casa.
A Bellagio, dopo così tanto tempo, forse non tutti riuscirebbero a riconoscere il carpentiere, segnato dagli anni e dai rimorsi.
La volontà di dimenticare, il desiderio che questa storia torni presto alla sua dimensione privata, animano la madre di Anna Barindelli. Ma non la si confonda con l'intenzione di perdonare. La donna, quasi novantenne, allontana qualsiasi ricordo.
«Io non voglio sapere niente, non m'interessa niente, si sono scritte anche delle imprecisioni, per esempio che quell'uomo era l'amante di mia figlia, ma sono passati dieci anni non ha senso parlarne e non lo si dovrebbe fare», dice Elisa Wanda Bifolco.
L'anziana signora vuole allontanare il dolore da lei e dal marito, ma non può chiudere la porta anche davanti alla rabbia: «Mi dispiace solo che sia stato dentro troppo poco».
Un pensiero che accomuna molti bellagini e chi ha avuto un coinvolgimento più o meno diretto nella vicenda.
Rita Annunziata sente forte il dolore della famiglia. È sposata con il fratello di Anna. Ma preferisce il silenzio: «Noi in casa ne parliamo pochissimo, ognuno ha una sua idea di cosa è successo ma la tiene per sé - spiega -. Per di più, i genitori di Anna sono anziani, non è il caso di rivangare questa storia».
Però i dieci anni di carcere di Gilardoni non la lasciano insensibile: «Non c'è giustizia in Italia, questa è l'unica considerazione che posso fare».
Anche dove lavorava, alla casa di riposo Greco De Vecchi non si capacitano dell'accaduto: «Hanno portato via una persona dolcissima, una ragazza solare - è il commento del direttore Riccardo Galetti -, non m'interessa cosa è accaduto dopo, m'interessa sapere che questa ragazza non c'è più ed è una pena per la sua famiglia e i suoi genitori, per altro anziani».
La mattina del 10 aprile del 2002, Massimiliano Gilardoni - secondo quanto egli stesso ha raccontato - è entrato nella villetta di Anna, e nonostante fosse sposato, le fece delle avance. A fronte del rifiuto e della minaccia di denuncia da parte dell'infermiera, ha preso un coltello dalla cucina colpendola fino alla morte.
Gilardoni conosceva bene la casa di Anna avendola ristrutturata con l'impresa edile per la quale lavorava.
Dieci anni, tanti ne sono passati da quella giornata. Pochi, secondo la famiglia, per rivedere in paese l'omicida di Anna.
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