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Sabato 21 Aprile 2012
«Mia figlia minacciata»
Il pm: «Non è vero»
A processo per aver raccontato di essere stato aggredito, in via Colonna a Como, mentre aveva la figlia in braccio. Secondo l'accusa l'uomo si sarebbe inventato tutto
Disse di essere stato avvicinato, mentre camminava in via Colonna con la figlia di quattro anni in braccio, da due tizi in moto, uno dei quali puntò un taglierino alla gola della bimba per rapinarlo di poche centinaia di euro, circa 400 euro.
Oggi, a distanza di un oltre un anno, quel padre di famiglia - che all'epoca viveva a Capiago Intimiano ma che attualmente risulta residente in provincia di Taranto, a Pulsano, è stato mandato a processo - è stato mandato a processo con la duplice accusa di simulazione di reato e di procurato allarme. Al termine di una lunga indagine, la Procura della Repubblica si è convinta che quella rapina non fu mai consumata.
Secondo l'accusa sarebbe stato lui, Giuseppe Cappelletti, 36 anni, a inventarsi tutto per giustificare il fatto di avere perso quel denaro al gioco, probabilmente trascorrendo la mattinata seduto davanti a un videopoker in un bar di Camerlata.
Lui nega tutto, sostenendo che quei due tizi che lo rapinarono in sella allo scooter esistevano ed esistono davvero, ma evidentemente sono troppi i dettagli cui la polizia - che all'epoca condusse l'indagine - non è riuscita a trovare riscontri. L'episodio fu fatto risalire alle 11 del mattino, in pieno giorno, e la prima delle circostanze sospette riguarda il fatto che non ebbe testimoni. Nessuno, a parte la vittima, vide nulla, benché rapitori e rapito, in base alla ricostruzione, avessero scambiato più che qualche battuta, se è vero che il passeggero della moto puntò il coltello tra il collo e il mento della bambina.
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