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Venerdì 27 Aprile 2012
Acquedotti colabrodo
Quattro milioni buttati
La dispersione idrica al 17 per cento a causa delle condizioni degli acquedotti. Situazione peggiore in Alto Lago. Villa Saporiti: 174
COMO Gli acquedotti di Como continuano a fare acqua. Si calcola che in media in Provincia si buttino via circa otto milioni di metri cubi d'acqua, il 16,8%, a causa delle perdite nella rete, e che siano più o meno quattro i milioni di euro non contabilizzati. Il problema della dispersione idrica resta un guaio serissimo, anche se dalle nostre parti se ne parla meno che in altre regioni d'Italia, dove - magra consolazione - la situazione è di gran lunga peggiore.
Non sono perdite a costo zero: prelievo, potabilizzazione, manutenzione si pagano profumatamente. Chi gestisce tutto questo?
Quest'anno si è concretizzato lo scioglimento dell'Ato, l'Autorità territoriale ottimale di Como, destinata a confluire in una nuova azienda speciale dell'ente Provincia, denominata ufficio d'ambito.
«Il consorzio ha fatto tutto quello che poteva per realizzare opere finalizzate a migliorare lo status quo - spiega Paolo Mascetti, vicepresidente dell'Amministrazione provinciale nonché ex commissario Ato - Monitorando i miglioramenti fatti dai Comuni e dai gestori anche attraverso il riconoscimento di contributi che hanno interessato i settori relativi alla fognatura e depurazione, quantificati in più di tre milioni di euro, per un totale di progetti superiore a otto milioni di euro. L'attività ha consentito di estendere la copertura di servizio di fognatura e migliorare l'efficienza degli impianti di depurazione, consentendo ai Comuni di essere conformi alla normativa europea ed evitare le procedure di infrazione che hanno interessato il nostro territorio».
La strada da percorrere è ancora lunga. Nei 162 Comuni della provincia vi sono a tutt'oggi 140 gestioni differenti del servizio idrico, 120 delle quali "in economia", cioè affidate agli stessi municipi. Le aziende che gestiscono l'acqua sono una trentina: soltanto una quotata in borsa - Acsm Agam - due a gestione mista pubblico privata (Larianadepur e Comodepur). Occorre razionalizzare: l'obiettivo - imprescindibile se si vuole dare corso ai progetti di miglioramento delle reti e della gestione - è quello di individuare un gestore unico, «scelto - spiega ancora Mascetti - attraverso la formula dell'"in house", ossia dell'affidamento diretto della gestione a un soggetto totalmente pubblico».
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