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Sabato 28 Aprile 2012
La Cgil e il Primo maggio
"Sciopero dei consumi"
Il sindacato invita i comaschi a boicottare le aperture staordinarie dei negozi previste per martedì. Coinvolti 6mila lavoratori. Appello al vescovo: festa sacra, ci aiuti
Li propone la Cgil, per difendere i diritti di tutti alla festa e per dare un segno, che non si vive di soli consumi, ma anche di pause dal lavoro, di socialità e di relazioni umane. E sono gli stessi concetti espressi dalla Chiesa, tanto che la Filcams, la federazione Cgil dei lavoratori del commercio e dei servizi, ha intenzione di incontrarsi pure con il vescovo Diego Colett e con quella parte di società civile contraria ai negozi e ai supermercati sempre aperti.
Nel dicembre scorso, con il decreto Salva Italia, il Governo ha liberalizzato completamente gli orari di vendita: tutti possono rimanere aperti 365 giorni all'anno e per 24 ore al giorno. Tra le prime ad applicare la liberalizzazione, Como, città turistica che pur limitatamente al centro storico godeva già della facoltà di praticare orari lunghi e festivi, ancorchè nell'ambito di deroghe.
«Il risultato: pagano i lavoratori del commercio, sottoposti a crescenti sacrifici - ha spiegato Ivan Garganigo, segretario della Filcams - Non è stato aggiunto alcun posto di lavoro, i consumi non sono aumentati, i costi per i negozianti sono saliti e la grande distribuzione è ancora più concorrenziale rispetto ai piccoli negozi, perché organizza diversamente il personale e può tener sempre aperto».
Leggete l'approfondimento su "La Provincia" in edicola oggi (sabato 28 aprile 2012)
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