Ponte della conoscenza
Villa Olmo raddoppia

A giugno raddoppia il parco di Villa olmo. C'è il Lario ferito, ma c'è anche quello ricucito. Con un'operazione a regola d'arte: un "ponte di sutura" in ferro e legno lungo 32 metri, quello che da mercoledì scorso scavalca via per Cernobbio, ridando unità al parco di Villa Olmo, e che ieri "La Provincia" ha attraversato in anteprima.

COMO C'è il Lario ferito, ma c'è anche quello ricucito. Con un'operazione a regola d'arte: un "ponte di sutura" in ferro e legno lungo 32 metri, quello che da mercoledì scorso scavalca via per Cernobbio, ridando unità al parco di Villa Olmo, e che ieri "La Provincia" ha attraversato in anteprima.
Entro due mesi il manufatto sarà accessibile a tutti e permetterà di esplorare l'area verde accanto alle serre. Primo tassello del percorso che, attraversando i parchi contigui del convento delle Canossiane e di villa del Grumello, porterà fino alla Sucota, sede della Fondazione Ratti.
Solo allora potrà dirsi completo il Chilometro della conoscenza, progetto perseguito dal presidente della Camera di Commercio, Paolo De Santis, fin dal 2005.
Ora l'idea è diventata un marchio, impresso sul ponte con accanto la data del 2012. Ma ci vorrà all'incirca ancora un anno per poter effettivamente percorrere, a piedi o in bicicletta, il sentiero che attraverserà i terreni delle quattro dimore storiche.
Per completarlo sarà necessario un secondo ponticello sopra via Celesia, un viottolo in acciottolato largo circa tre metri. A quel punto i comaschi potranno godere appieno di un nuovo megaparco di 170mila metri quadri.
«Abbiamo costruito questo ponte innanzi tutto per recuperare una ferita, ovvero il taglio del parco, effettuato nel 1926, per far passare la strada», racconta Paolo Brambilla, direttore dei lavori, mentre prova l'ebbrezza si passare sopra le auto che sfrecciano lungo via per Cernobbio, assieme ai coprogettisti Corrado Tagliabue e Renato Conti. Con loro ha collaborato l'ingegnere Michele G. Colombo.
Finanziamenti certi
«Fu costruito un ponte provvisorio nel '27, per le Celebrazioni voltiane - ricorda Brambilla -, ma da allora la parte a monte del parco è rimasta segregata». E si vede: nonostante la cura del custode, i vetri delle serre in qualche caso sono rattoppati con lo scotch e incamminandosi lungo il primo tratto del futuro sentiero ciclopedonale i piedi affondano nell'erba. «Abbiamo trenta giorni per completare le piazzole di raccordo tra il ponte e le due porzioni del parco e 60 per renderlo accessibile», spiega il direttore dei lavori.

Leggi gli approfondimenti su La Provincia in edicola domenica 30 aprile

© RIPRODUZIONE RISERVATA