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Martedì 08 Maggio 2012
Lo Stato paga dopo due anni
«Per noi è dura resistere»
La Sio di Cantù, numero uno delle intercettazioni ha rischiato di chiudere con 27 milioni di crediti. Elio Cattaneo: «Lasciati soli quasi tutti»
Un ritardo cresciuto negli anni, a partire dall'arrivo del decreto Visco-Bersani del 2006, e capace di mettere in ginocchio qualsiasi azienda che, comunque, le tasse le deve pagare e gli investimenti deve continuare a farli se non vuol restare fuori da un mercato ad alto tasso tecnologico.
Lenta ripresa
Ma la Sio guidata da Elio Cattaneo ce l'ha fatta: per un anno è intervenuta con mezzi propri e poi coi necessari finanziamenti bancari.
«Abbiamo impiegato un anno - dice - a far capire alle banche, Unicredit e Intesa, la natura del nostro credito verso lo Stato. Un credito certificato, vantato da un'azienda patrimonialmente molto solida, ma dovevamo spiegarlo alle banche a cui il protocollo di Basilea dice che oltre i 180 giorni un credito è considerato inesigibile». I finanziamenti bancari alla fine arrivano, e costano parecchio: «paghiamo - dice Cattaneo - un milione l'anno di interessi, pari al 5% del nostro fatturato».
Un'azione che unita a un ferreo controllo della spesa e alla necessità di non fermare gli investimenti e la ricerca tecnologica, ora permette di dire all'imprenditore che «siamo tornati a crescere e ad assumere, a tempo indeterminato, come abbiamo sempre fatto e senza alcun tipo di precariato».
È stata una battaglia solitaria e «durissima - dice Cattaneo - per le responsabilità che avevamo con i nostri dipendenti e, personalmente, anche per quella che sentivo verso la mia famiglia. Dovevo avere coraggio e oggi posso dire di aver avuto ragione a credere nella mia azienda e a non fermare gli investimenti».
Solidarietà e silenzi
Ma non ringrazia le banche: «Ringrazio invece alcuni funzionari - dice - che ci hanno saputo ascoltare».
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