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Martedì 22 Maggio 2012
Quei cassonetti pieni di cibo
Sono i pranzi degli alunni
Cibo nel cassonetto: ecco dove finiscono i pasti delle primarie di via Brambilla. I bambini non mangiano, ogni settimana il bidone è colmo di pasta e verdure. Alcuni genitori puntano il dito contro la qualità del servizio, la maggioranza con le abitudini alimentari degli alunni.
Giulio Bianchi preferisce portare a casa la figlia: «Fa schifo, avevamo chiesto cambiamenti, ma non è mai successo niente». La piccola: «Io la pasta non la mangio, è fredda e scotta». Aclichef porta in furgone le pietanze al mattino. Una mamma con tre figli iscritti, pur non potendo andare a prendere alla stessa ora, preferisce tornino a casa a mangiare.
Ammette invece gusti difficili Elena Cavadini: «Mia figlia è particolare, in bianco non cucinano e così lei non mangia». Un'altra mamma, con una figlia alle primarie e un figlio alle secondarie, Anna Merlotti: «Fa arrabbiare che il cibo venga buttato, un singolo pasto costa 4,5 euro. Darli alle bestie?».
L'Istituto Comprensivo Como Lago aveva già collaborato con Sitycibo per riciclare le pietanze, ma è impossibile farlo per cibi già cotti o assaggiati. Per le secondarie la mensa non c'è, una stanza è disponibile per consumare merende e panini portati da casa. L'alternativa è uscire un'ora, finisce che i ragazzini in giro a zonzo divorano kebab e patatine fritte.
Una dieta che l'Asl non suggerirebbe. Suggerisce invece diete equilibrate, ricche di verdure e legumi, ma che spesso non raccolgono il gradimento degli alunni. I pasti devono arrivare per tutti comunque completi. Guido Grilli, presidente del consiglio di Istituto: «Mi sono rimasti impressi i cavolini di Bruxelles, nessuno li ha toccati, buttati tutti.
Il problema esiste, ma non credo sia per la qualità. È buona: può capitare alle volte il piatto sia più o meno freddo, ma il servizio è monitorato da genitori e commissione. Non ci sono santi: i cavolfiori all'asilo non li mangia nessuno.
Alle primarie invece rifiutano per abitudine, mangiano poco per vezzo. I prezzi sono tra i più bassi della città, siamo gli unici a gestire in autonomia per conto del Comune. Ente che non ha possibilità di gestione diretta, attendiamo nuova amministrazione per il rinnovo della convenzione. Certo una volta il servizio era interno, c'era la cuoca».
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