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Mercoledì 06 Giugno 2012
Salvavita sul telefonino
Bella idea "comasca"
Un'applicazione per gli smartphone, i cellulari di ultima generazione, pensata per salvare la vita. L'idea è di Matteo Rigamonti, 24enne di Cantù, studente in ingegneria ambientale, e di Claudio Galetti, 27enne di Como, maestro di salvamento alla piscina comunale di Muggiò.
L'applicazione si chiama "Salva una vita Rcp". Chiunque, consultando e seguendo tutti i passi dell'applicazione, può venire a conoscenza delle tecniche messe in atto da tutti i soccorritori in caso di emergenza. E i soccorritori stessi possono tenersi mentalmente allenati, ripassando un passo dietro l'altro la tecnica con una semplice sfogliata digitale sul proprio cellulare.
«Durante l'organizzazione dei corsi per i bagnanti - riferisce Rigamonti - abbiamo pensato di organizzare questa applicazione con la quale i ragazzi possono imparare a come comportarsi nei momenti di emergenza. Ovvio che si debba scaricare prima per imparare poi. Non al momento dell'emergenza».
Esiste anche una pagina Facebook dedicata alla guida. «Nella guida - prosegue lo studente - c'è scritto come comportarsi in situazioni di pericolo. Come, ad esempio, comunicare con il 118. Ma sulle pagine, oltre alle parti scritte, ci sono immagini di come posizionare le mani, per le situazioni più delicate. Compreso il ciclo della rianimazione polmonare. Non mancano nemmeno informazioni ausiliarie in caso di rischio da annegamento. E sull'utilizzo di strumenti eventualmente a disposizione sul posto».
Per il momento, si può scaricare da Google Play la versione a pagamento. «Costa solo 50 centesimi, una cifra simbolica per rientrare nei 25 dollari spesi per iscrivere la nostra applicazione. Da notare che Google trattiene per sé il 30%. Nelle prossime settimane, diciamo a estate inoltrata, sarà pubblicata comunque una versione parziale ma gratuita». Esiste anche una pagina Facebook dedicata: https://www.facebook.com/SalvaunavitaRCP, dove sono ben accetti commenti, e la mail [email protected]
Leggi l'articolo completo su La Provincia di mercoledì 6 giugno
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