Homepage / Como città
Venerdì 08 Giugno 2012
Imu in periferia a Como
Si paga come il centro
Imu, cara e livellata. I valori di base per il calcolo dell'imposta sulla casa sono uguali in città murata e a Rebbio, in zona a lago e a Monte Olimpino: la stessa tipologia di fabbricato, pur in zone diverse e dalle quotazioni commerciali differenti, paga dunque la stessa tassa.
La base per il calcolo è la rendita catastale, a sua volta riferita alla zona censuaria e le zone censuarie, a Como, sono cinque, definite da decenni. Sono la numero 1 che comprende i Borghi, la città, Camerlata, Monte Olimpino e Rebbio; la numero due, Civiglio; la 3, Camnago Volta; la 4, Albate; la 5, Breccia e dell'anomalia, gli amministratori comunali si erano accorti da almeno vent'anni.
Anche i cittadini, quando pagavano l'Ici sulla prima casa se n'erano resi conto e fu soprattutto nel 2005 che vennero ripercorsi dallo stesso brivido di sei anni prima: sette anni fa, un provvedimento dell'Agenzia nazionale del territorio autorizzava la revisione delle zone catastali e tre città, Milano, Ferrara e Casale Monferrato avrebbero fatto da pilota. Le zone censuarie soggette a revisione presentarono un aumento fino al 35% dell' Ici: cambiate le zone, cambiarono le tariffe d'estimo, più vicine ai reali valori di mercato. La revisione non toccò Como, dove i fabbricati cambiano l'estimo quando sono soggetti ad interventi migliorativi, ristrutturazione, restauro, destinazione, poiché hanno migliorato la propria condizione: è la "via breve" per la revisione degli indici catastali e comporta aumenti per l'Irpef, la tassa di registro e quelle sulle compravendite. Ed ora anche sull'Imu rispetto alla vecchia Ici, a prescindere dall'aumento del 60% dei coefficienti - moltiplicatori.
Il problema, segnalato anche in questi giorni di afflusso ai Caaf per l'Imu, è l'accorpamento di zone che non sono affatto omogenee: i fabbricati in quartieri periferici hanno la stessa base catastale della zona a lago. Ma la differenza è evidente. E per allineare al mercato le rendite catastali, nel 1999 la giunta esaminò una diversa suddivisione del territorio. Lo ripartì in sei microzone, aree ristrette caratterizzate da valori di mercato omogenei sui quali si sarebbe basata la tassazione degli immobili.
Gli estimi si sarebbero rivalutati nelle zone più pregiate e, di conseguenza, la tassazione sulla casa si sarebbe diversificata, con un meccanismo automatico.
Leggi l'approfondimento su La Provincia in edicola venerdì 8 giugno
© RIPRODUZIONE RISERVATA