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Mercoledì 27 Giugno 2012
Sisme, negoziati al capolinea
Slovacchia ormai vicina
«Malgrado gli sforzi messi in campo l'incontro di lunedì è terminato con una dichiarazione della direzione aziendale che riteneva conclusa la fase negoziale, riservandosi di decidere come procedere».
La frase, riportata nel comunicato ai lavoratori Sisme firmato congiuntamente da Fim, Fiom, Uilm, Slai Cobas e Rsu, non lascia molto spazio a dubbi.
La frase, riportata nel comunicato ai lavoratori Sisme firmato congiuntamente da Fim, Fiom, Uilm, Slai Cobas e Rsu, non lascia molto spazio a dubbi.
L'azienda, all'inizio dei quattro incontri programmati per trovare un'intesa sui tagli anti-crisi, aveva indicato il 20 giugno come data ultima. Si era considerata già ai tempi supplementari, rispetto all'accordo quadro del 30 novembre che imponeva una scaletta precisa: entro il 30 aprile una proposta di risparmi per 700 mila euro o, in subordine, la fideiussione dello stesso importo sotto forma di trattenute dalle buste paga dei lavoratori.
Lunedì, al tavolo, l'azienda ha contestato i 300 mila euro mancanti del contributo di 700 mila euro per l'attivazione della nuova linea di motori Bosch, garantito dalla fideiussione. Su 511 lavoratori, 303 le pre-adesioni (60% dei dipendenti) per la sottoscrizione dei verbali che garantiscono 400 mila euro.
I soldi non bastano. Azienda pronta al piano B.
Riserbo dall'azienda, limitatasi a dichiarare che: «Ha preso atto della posizione sindacale e che si riserva di decidere come procedere».
Cruciali le prossime settimane, per verificare se l'azienda intenda procedere con il piano B e quindi con il trasferimento in Slovacchia (s'indicava luglio come possibile scadenza) della linea statori 179 in perdita.
Lo svuotamento di un magazzino di prodotti finiti, trasferiti in un deposito esterno alla fabbrica, è indice di un possibile muro contro muro. L'azienda, forse orientata a scelte unilaterali, si tutelerebbe rispetto a eventuali pesanti forme di mobilitazione.
Al tavolo, la delegazione sindacale ha giocato la carta della mediazione. Ha proposto all'azienda di attendere due settimane per verificare il coinvolgimento del resto dei lavoratori, per coprire il differenziale dei 300 mila euro. Apertura anche sulla delocalizzazione: il sindacato ha offerto la disponibilità a trattare il trasferimento della linea 179 e nulla più (il riferimento è alle linee 160 e 825), a condizione di un cambio alla pari con la linea delle cappe, sottoscrivendo l'impegno per numeri coinvolti e volumi.
Chiesto all'azienda di assumere un impegno economico certo e investimenti conseguenti sui processi produttivi, sull'innovazione di prodotto e sulla ricerca e sviluppo sul sito di Olgiate; l'impegno alla definizione di un nuovo piano d'incentivazione collegato alle finestre di uscita attraverso la mobilità volontaria.
Leggi l'approfondimento su La Provincia in edicola martedì 26 giugno
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