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Martedì 17 Luglio 2012
Turismo sul Lario
Ci salvano gli stranieri
Presenze in aumento sul lago, ma pochi scelgono gli alberghi: meglio ostelli e bed & breakfast. Aumentano i giorni di permanenza, calo degli italiani, male i campeggi: "Colpa del caro benzina"
Lo dimostrano le parole di Andrea Camesasca, delegato per il turismo della Camera di commercio di Como: «Finora possiamo sfoggiare un cauto ottimismo, anche se è innegabile che il lago resta la meta ideale per un turismo d'alta classe. Ma altre zone, come l'altolago o la periferia brianzola, offrono servizi più a buon mercato. Per ora le presenze sono superiori rispetto agli altri laghi, anche se il calo degli italiani è tangibile». Anche Maria Mancini, dello Yacht Club di Como, non ha dubbi: «Di italiani, finora, non ne abbiamo visti. Parecchi, invece, i turisti americani, francesi, tedeschi e spagnoli. Fino all'anno scorso, chiedevano informazioni per una vacanza di soli 3 giorni: quest'anno in tanti vogliono restare a Como anche 10 giorni, possibilmente in strutture extra alberghiere».
Una caccia all'ostello che si ritrova chiara pure nelle parole dei gestori. «Per l'alta stagione prevediamo un numero costante di turisti, anche se ci attendiamo dei cali per la media e bassa stagione - commenta Adolfo Franchini del Villaggio turistico Cava Club di Pognana Lario - resta il fatto che la clientela proviene per il 95% dal Nord Europa. Si sono aggiunti, ultimamente, turisti russi e dell'Europa orientale. Gli italiani, tra cui i comaschi, restano, purtroppo, dell'idea che per sentirsi in vacanza bisogna vedere la sabbia bianca».
Così, pure i bed & breakfast restano appannaggio del viaggiatore d'Oltralpe: «Il grosso del fatturato lo faccio già a marzo con i turisti stranieri - puntualizza Daniela Origoni del B&B Casa Cantoniera di Como - alcuni pernottano un giorno, qualcuno si ferma qualche notte in più. La situazione, però, è stagnante anche se andrebbe sicuramente peggio se dovessi contare solo sui comaschi». Meglio tagliare sulle ferie o accontentarsi di qualche giorno al mare, piuttosto che riscoprire le bellezze del nostro lago.
Così, Ugo Vincenti del rifugio Alpetto di Torno puntualizza: «Faccio tornare i conti grazie al servizio di ristorazione che ho previsto il sabato e la domenica. E qui non arrivano mai più di 50 persone la domenica e 20 il sabato. Del resto, seppure mi trovo sul sentiero che collega Brunate a Bellagio, molti comaschi non sanno nemmeno dove sia il Triangolo lariano. E c'è un solo bus al giorno che collega Como al Pian del Tivano». «Fino a qualche anno fa l'Agenzia per il turismo indirizzava al mio rifugio varie comitive di turisti, quest'anno non è ancora avvenuto - commenta Daniele Zerboni del rifugio Menaggio - servirebbe maggiore promozione, senza i cartelli che indicano i sentieri, i turisti tedeschi non fanno che perdersi». Meglio il campeggio? «Lottiamo da 15 anni per avere un luogo di sosta per i camper a Como, ancora non c'è traccia - sottolinea Daniele Gini, vicepresidente Campeggio Club Como - e, mentre la crisi ha fatto lievitare la scelta della vacanza in tenda, roulotte e camper sono fermi per il caro carburante».
Sara Ballabio
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