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Mercoledì 18 Luglio 2012
La Pontelambro costa troppo
La prima asta va deserta
La prima asta, lo scorso venerdì, «è andata deserta». Più che legittima, quindi, la preoccupazione dei 94 ex dipendenti della Pontelambro Industria che, riuniti lunedì sera nella sala civica del paese, si sono sentiti raccontare dai sindacati le risultanze, alquanto negative, del primo tentativo di salvataggio dei loro posti di lavoro. Dei due potenziali acquirenti (uno italiano, l'altro straniero) che, durante le scorso settimane, si sono fatti avanti per l'acquisizione dell'azienda tessile non se ne è presentato nemmeno uno
Più che legittima, quindi, la preoccupazione dei 94 ex dipendenti della Pontelambro Industria che, riuniti lunedì sera nella sala civica del paese, si sono sentiti raccontare dai sindacati le risultanze, alquanto negative, del primo tentativo di salvataggio dei loro posti di lavoro. Dei due potenziali acquirenti (uno italiano, l'altro straniero) che, durante le scorso settimane, si sono fatti avanti per l'acquisizione dell'azienda tessile non se ne è presentato nemmeno uno. Il bando per la vendita, insomma, è andato tristemente deserto, riducendo al lumicino le speranze di poter riavviare la macchina.
«Nelle settimane precedenti all'asta - dice il sindacalista Luigi Bartesaghi - ci sono stati numerosi approcci con le due aziende interessate all'acquisizione. Evidentemente, alla conta dei fatti, non hanno trovato le condizioni giuste per proporre un'offerta. L'aspettativa che almeno uno dei due soggetti potesse partecipare era alta. Purtroppo, però, non è stato così».
La Pontelambro Industria è fallita lo scorso 5 aprile. A reggerne le sorti, ormai da oltre tre mesi, è il curatore fallimentare Gianmarco Mogavero. Dopo aver sondato diverse ipotesi, il responsabile indicato dal tribunale di Como ha indetto un bando per la vendita dell'attività. Dei due potenziali acquirenti nemmeno l'ombra, però.
Il nulla di fatto di venerdì, di conseguenza, ha rimescolato le carte, gettando più di un'ombra sul percorso di ricollocazione dei dipendenti oggi in cassa integrazione.
Ad appesantire la vicenda c'è un elemento, il prezzo di vendita dell'immobile (giudicato «al doppio del suo valore di mercato», almeno secondo i sindacati), che pare essere determinante per la non ripartenza aziendale. Troppo alte le pretese dei proprietari in rapporto alla necessità per chi subentrerà, magari in affitto, di riprendere quota dopo mesi di fermo. «Il momento, di per sé, non è dei migliori. A questo si aggiunge lo scoglio del rapporto con la proprietà dell'immobile, segnatamente in tema di costo d'affitto dei capannoni. Si tratta di un ostacolo che chiunque fosse interessato deve tenere in debito conto», chiude Bartesaghi.
Entro la fine del mese Mogavero bandirà una nuova asta. Ai risultati della stessa il compito di determinare la rinascita, o meno, della Pontelambro Industria.
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