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Mercoledì 18 Luglio 2012
La mostra chiude senza festa
Gaddi attacca: «È tutto pagato»
C'è la copertura degli sponsor ma il neo assessore dice no: «Scelta legata alla crisi». Duro il suo predecessore: «Così si uccidono le emozioni, la città rischia la decadenza»
La decisione di cancellare i festeggiamenti è stata confermata ieri dall'assessore alla Cultura Luigi Cavadini. Gli spettacoli (costo totale 12mila euro) sarebbero stati finanziati, come ogni anno, da sponsor privati, ma la nuova amministrazione ha detto no.
«Non si farà nulla, né i fuochi d'artificio né altre manifestazioni - specifica Cavadini -. La scelta è legata alla situazione economica, in un momento in cui si chiedono sacrifici a tutti riteniamo che un evento del genere non sia opportuno. Gli sponsor coprono interamente i costi? Quella dei festeggiamenti non è comunque un'immagine corretta da dare ai cittadini, noi vogliamo lanciare un segnale di altro tipo. Anche se non ci sono costi diretti a carico del Comune, verrebbero spesi dei soldi. Prevediamo soltanto - conclude l'assessore - un'apertura della mostra a prezzi ridotti, da un certo orario in avanti». Il predecessore di Cavadini, Sergio Gaddi, "papà" delle grandi mostre e curatore dell'evento ancora in corso a Villa Olmo («La dinastia Brueghel»), contesta senza mezzi termini la scelta di abolire la tradizionale festa nel parco.
«Sono senza parole, è un'umiliazione che la città non merita - esordisce Gaddi - Premetto che ritengo una caduta di stile andare a interferire su un progetto iniziato da altri e in secondo luogo ricordo che l'evento sarebbe stato totalmente a carico degli sponsor, quindi a costo zero per il Comune. Ma è proprio sul piano simbolico che mi trovo in assoluto disaccordo con l'assessore. Siamo di fronte a una scelta contraria al bene e allo sviluppo di Como. La città triste che avevo paventato come un rischio sta già diventando una realtà con questa nuova amministrazione. Non c'è alcun motivo valido per cancellare la più bella festa d'estate di cui Como ha potuto beneficiare in questi anni, una festa a ingresso gratuito e senza costi per le casse pubbliche, capace di attrarre quattromila persone».
«Stanno uccidendo le emozioni, tutti coloro che hanno partecipato alle manifestazioni avevano le lacrime agli occhi. La volontà di distruggere ciò che è bello e vitale - rimarca Gaddi - non può che portare alla decadenza della città. La festa finale è sempre stata un elemento positivo, di gioia. La città la apprezzava anche come momento per ritrovare orgoglio, appartenenza e senso del bello».
Michele Sada
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