ll buco al Tempio
Tossici abbandonati

«Quella persona lancia un messaggio chiaro, con la sua presenza. Sta dicendo a tutti noi: ci sono anch'io, esisto, ho un problema». Questa la lettura del presidente della Lila Bruno Vegro sul tossicodipendente che si è iniettato eroina ai giardini a lago davanti a tutti

COMO «Quella persona lancia un messaggio chiaro, con la sua presenza. Sta dicendo a tutti noi: ci sono anch'io, esisto, ho un problema. Ma la società non si cura dei tossicodipendenti di lunga data, di chi usa ancora le siringhe. I casi ormai sono pochi e quindi è finito il tempo dei progetti, dei finanziamenti, dei luoghi di accoglienza. Se non trovano la forza di rivolgersi al Sert, nessuno se ne fa carico». È una denuncia forte quella del presidente della Lila di Como, Bruno Vegro. E nasce dalla fotografia scattata nei giorni scorsi ai giardini a lago: un uomo che si inietta eroina davanti a tutti, sul prato, in pieno giorno. L'immagine ha colpito molto anche le persone che si occupano - in forme diverse - di emarginazione e di droga.
Scene del genere, d'altra parte, non si vedevano da anni. «C'è ancora una residualità, trenta o quaranta persone in provincia di Como, sono i tossicodipendenti "storici" e hanno un'età piuttosto avanzata - dice Vegro -. Gli altri non usano l'ago. Per questo il fenomeno non viene più considerato un'emergenza o una priorità, l'unica possibilità è rivolgersi al Sert ma non ci sono più unità di strada o progetti specifici. A Como manca un luogo in cui provare a creare un dialogo con queste persone».«L'uomo immortalato ai giardini - riprende il presidente della Lila - ci sta dicendo qualcosa, il suo è un messaggio fortissimo. Resta in silenzio, ma è come se stesse urlando: guardate che ci sono anch'io». Quanto all'utilizzo dell'eroina, droga che sembrava esser stata soppiantata dalla cocaina, Vegro sottolinea: «In realtà l'eroina sta tornando, perché costa meno della cocaina. Non viene iniettata ma fumata». 

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