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Sabato 04 Agosto 2012
«Nessun segnale di ripresa
Famiglie senza soldi»
Allarme dei consumatori: «Chiediamo da tempo un "Decreto salva famiglie" capace di ridurre la pressione fiscale sul ceto medio»
Non ha dubbi, il Codacons, per bocca del presidente comasco, Mauro Antonelli. «Altro che Decreto sviluppo - spiega - noi chiediamo da tempo un "Decreto salva famiglie", capace di ridurre la pressione fiscale sul ceto medio, tassando, nel contempo, chi ha più patrimoni. E pure gli incentivi sulle assunzioni, pensati per far ripartire anche le aziende comasche, sono del tutto illogici. Infatti, finché non si immettono soldi nelle tasche delle famiglie - puntualizza - nemmeno chi ha un'impresa può permettersi di assumere». La morsa della crisi prende, dunque, sempre più forma anche nel Comasco.
E risulta indifferente il fatto che l'indice d'inflazione generale relativo, ad esempio, ai mesi di maggio e giugno, sia rimasto fermo a Como al 2,6%. Di contro al 3,4% di Brescia o, addirittura, al 3,9% di Mantova. «Dopo il pesante crollo dell'economia verificatosi nel 2008 e 2009, ci stiamo ora dirigendo verso un ulteriore collasso - spiega Antonelli - che sarà più destabilizzante del precedente, dal momento che il tessuto economico è già provato. Il tutto, perché l'Europa intende risanare a tutti i costi i conti entro il 2013».
Con quale risultato? «Prevedendo sempre più tasse che vanno a colpire le famiglie senza tenere conto della capacità contributiva dei singoli - spiega - ed ecco che pure i territori più ricchi ne risentono. Infatti, disoccupazione e mobilità sono ormai diventati aspetti comuni anche alle province del Nord.
E, seppure ogni impresa ha la sua storia, basta oggi una svista per mandare in tilt anche realtà consolidate». Un'analisi che condivide pure Lorenzo Trombetta, segretario Adiconsum. «Le famiglie, tartassate da tasse ingiuste, come l'Imu sulla prima casa, non possono che contrarre i consumi, l'unica voce che ancora possono controllare - esordisce - e molte di loro, continuano ad essere tassate pur avendo un mutuo acceso sull'abitazione che già faticano a pagare. E la seconda botta dell'Imu ancora deve arrivare».
Ma non è tutto. «A ciò si devono aggiungere il galoppare della disoccupazione - continua - e lo stallo del mercato interno che sta strozzando sempre più imprese, anche storiche».
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