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Martedì 07 Agosto 2012
Un comasco su due
non va in vacanza
Crisi, tasse e incertezza per il futuro: si svuotano le agenzie di viaggio. Via solo per il week end. «Andare in ferie ormai è diventato un lusso per pochi», E' caccia alle offerte dell'ultimo minuto
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Anche perché la concezione di "vacanza" è cambiata. «Tanti comaschi sono restati a casa, - continua Camesasca - non si fanno più le vacanze di una volta di due settimane, adesso si resta sul lago e ci si sposta per il weekend».
E, in effetti, basta fare un giro per il centro per rendersi conto che Como sia popolata non solo dai turisti, ma anche e soprattutto dai comaschi: pochi sono andati in vacanza, alcuni vanno via per il fine settimana e la richiesta è al ribasso. Crisi, tasse da pagare, incertezza e scelta di beni alternativi, ecco perché nessuno, o quasi, è partito.
Lo confermano le agenzie di viaggio. «A causa della crisi le persone sono diminuite rispetto all'anno scorso, - dice il titolare dell'agenzia Sette Sentieri Viaggi in via Milano - e purtroppo cercano prezzi impossibili da trovare come una settimana ad agosto a meno di 500 euro». Si chiede di spendere di meno «ma i prezzi non sono diminuiti - continua - siamo sommersi da chili e chili di preventivi di persone che poi non sono nemmeno andate in vacanza».
E c'è chi ha organizzato il viaggio autonomamente. «Molti si sono organizzati da soli - continua il titolare dell'agenzia - evitando così di pagare la commissione e prenotando tutto su internet».
«C'è stato un calo sensibile rispetto all'anno scorso - dice Giorgio Mariani di Frigerio Viaggi - le prenotazioni sono diminuite e c'è più indecisione: chi è incerto prima paga le spese, i libri per la scuola, l'Imu, le bollette e se avanza qualcosa magari decide di andare in vacanza».
Leggi l'approfondimento su La Provincia in edicola martedì 7 agosto
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Il documento di Federalberghi