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Venerdì 10 Agosto 2012
Cantù e le guide turistiche
Ignorata su quelle estere
La riflessione di una coppia inglese dopo una visita alla basilica di Galliano: chiesa meravigliosa, peccato non sia menzionata sulle guide turistiche.
A chi non abbia mai lasciato, se non raramente le mura daziarie di Cantù può sembrare un'iperbole. Eppure è così. In tutte le principali guide turistiche, che le case editrici estere aggiornano ogni anno, non ricorre mai il nome di Cantù, né tanto meno della sua basilica millenaria.
Non c'è nella guida verde Michelin, non in quella della Fodor, nemmeno nei testi della Lonely Planet, della Rough, della Berlitz, della National Geographic Society, nelle Family Guide o in quelle "Eyewitness Travel" edite dalla Penguin Books.
Come mai ciò può accadere? A differenza delle guide italiane quelle prodotte all'estero svolgono una funzione più pratica. Nelle Guide rosse del Touring vi è sicuramente una maggiore attenzione al patrimonio storico e artistico, anche dei centri minori o dei borghi di provincia. Non è questo il caso delle principali guide estere, scritte in inglese e che sono pensate per quei turisti che spesso hanno a disposizione una settimana o dieci giorni per vedere i luoghi più suggestivi del nostro paese: che se non è vero che ha la metà del patrimonio artistico mondiale, ha però effettivamente una miriade di tesori spesso disseminati in centri minori.
E' quindi inevitabile che le guide generaliste ignorino Galliano, anche se poi citano la basilica di San Pietro al Monte a Civate o la chiesa di san Tomè ad Almenno San Bartolomeo o la Collegiata di Gandino.
Leggi l'articolo completo e l'approfondimento sul giornale La Provincia di venerdì 10 agosto
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