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Martedì 28 Agosto 2012
Evasione fiscale
Allarme a Como
Aumenta, e a vista d'occhio, il «nero» a Como. A dirlo è un'indagine effettuata dai ricercatori del Centro Studi Sintesi che, pubblicata ieri sul Sole-24 Ore, inserisce il capoluogo e l'intero suo territorio nella lista dei cattivi. Gli artigiani contestano
Fatto 100 l'indicatore medio nazionale con il quale si certifica il giusto equilibrio tra redditi complessivi dichiarati al Fisco e benessere goduto in termini di proprietà, Como si staglia a quota 82. Stando a questo parametro, i comaschi avrebbero più beni rispetto alle disponibilità comunicate nelle dichiarazioni dei redditi. C'è, però, anche una seconda lettura, peraltro sostenuta dal presidente di Confartigianato Como, Marco Galimberti: «Negli ultimi anni - commenta - abbiamo ridotto il reddito prodotto, ma abbiamo comunque mantenuto i consumi. Questo perché probabilmente anche le famiglie, come del resto molti imprenditori, hanno utilizzato i risparmi accumulati negli anni per far fronte alle loro esigenze».
Tra tutte le province italiane, Como, nel 2006, occupava la 36° posizione per rapporto virtuoso tra livello di benessere e reddito disponibile delle famiglie. A distanza di sei anni, la situazione si è più che capovolta, con il territorio lariano caduto in 85° posizione, in condominio con L'Aquila e secondo soltanto a Brescia (92° posizione) tra le province lombarde. Peggio di Como, in Italia, fanno solo Brindisi, Frosinone, Reggio Calabria, Siracusa, Sassari, Vibo Valentia, Nuoro, Crotone, Latina, Trapani, Viterbo, Rieti, Caserta, Agrigento, Catania, Ragusa e, appunto, Brescia.
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