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Mercoledì 05 Settembre 2012
Como, la crisi riempie
di nuovo i discount
Novantadue supermercati low cost in provincia. I prezzi salgono e la gente sceglie i posti dove i prodotti costano meno
Nel 2010, dopo un ventennio, si contavano già 85 discount in provincia di Como, sono diventati 86 nel 2011 e ben 92 nel secondo trimestre del 2012. Una rete di quasi centro strutture, con marchi e insegne diverse, capace di coprire capillarmente tutto il territorio. Sintomo di una necessità ad ammortizzare il più possibile perfino le spese per i generi alimentari che si sta diffondendo sempre più tra famiglie appartenenti a ogni ceto sociale. «I costi dei servizi, come luce, gas o tasse scolastiche, continuano a mettere a dura prova il portafoglio delle famiglie - commenta Angelo Basilico, direttore Confesercenti - non dobbiamo, dunque, più stupirci se il numero di coloro che devono accontentarsi continua ad aumentare. Perché, il vero dramma - puntualizza - è che perfino le strutture low cost, così come le bancarelle del mercato, non fanno più affari d'oro. Lo dimostra il fatto che molti ambulanti faticano spesso a racimolare 60 euro dopo un intero giorno di mercato». Insomma, se il prodotto di marca è diventato per molti proibitivo, pure con quello economico non è più possibile riempire a cuor leggero la dispensa. Infatti, «è innegabile che il peso dell'Imu, in un contesto in cui l'80% delle famiglie è proprietaria di un'abitazione, ha inciso moltissimo sui bilanci - continua Basilico - un salasso che, unito agli ulteriori balzelli e rincari, sta portando sempre più lavoratori a dover stare attenti perfino al costo delle zucchine». Ecco, dunque che «il discount è diventato la regola - ribadisce - nella speranza di riuscire, almeno qui, a far quadrare i conti a fine mese».
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