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Sabato 08 Settembre 2012
I sofà di Cantù
nella banca degli zar
Essere piccoli ma pensare in grande. Alla Pimar di via dell'Artigianato a Cantù, specializzata in contract e imbottiti, hanno messo in pratica questa massima acchiappando una commessa di oltre 4 milioni di euro in Russia direttamente dalla Banca centrale e dalle sue 20mila filiali.
COMO Essere piccoli ma pensare in grande. Alla Pimar di via dell'Artigianato a Cantù, specializzata in contract e imbottiti, hanno messo in pratica questa massima acchiappando una commessa di oltre 4 milioni di euro in Russia direttamente dalla Banca centrale e dalle sue 20mila filiali.
Per non dire, dei 400 negozi del gruppo Tod's, di ordini che arrivano da Gucci, Promemoria e Burberry, così come da griffe del design per la casa come Cappellini e Cassina. Una mole di lavoro tale che, quest'estate, mentre molte aziende tremavano all'idea della ripresa di settembre, ha costretto i tre soci a tener attivo il capannone pure ad agosto. Del resto, Fabio e Claudio Cozza, Massimo Cattaneo e i loro sette dipendenti, di stare lontani da quel laboratorio, ingombro di tessuti, pelli e divani, non sono proprio capaci. Così, dal 2006 ad oggi, hanno continuato ad accrescere il fatturato che si è chiuso nel 2011 con 1 milione e 200mila euro.
«Quest'anno contiamo proprio di raddoppiarlo - puntualizzano - basti considerare che, solo per il Gruppo Globus che opera in Russia e funge da catalizzatore per commesse di complessi residenziali e alberghieri, abbiamo in essere progetti fino al 2015. Per non dire, dei 400 negozi del Gruppo Tod's di cui, finora, siamo riusciti ad arredarne sei con i nostri imbottiti».
Una necessità, quella d'aprirsi canali di vendita all'estero, che l'azienda canturina ha subito mostrato di possedere nel proprio Dna. «Già negli anni Settanta siamo nati come terzisti lavorando con i Paesi Arabi - spiega Fabio Cozza - trattavamo, in particolare, imbottiti in stile classico. Poi, con l'arrivo degli anni Novanta, abbiamo iniziato ad aprirci al moderno. E, dal momento che gli ordini dall'Est iniziavano a diminuire, ci siamo rivolti al mercato interno ed europeo. Oggi - precisa - dobbiamo invertire ancora la rotta. Ma, essere versatili, appartiene alle qualità tipiche di chi vuole fare impresa».
Un ufficio con una segretaria che conosce l'inglese e il tedesco, un interprete per accontentare nei minimi dettagli i clienti russi. Non sarà un "ufficio estero" importante e strutturato. Eppure, sul libro ordini dei nostri tappezzieri, è già riuscito ad aggiudicare un ordine di 3mila pezzi proveniente dalla Banca degli Zar. «Abbiamo già fatto tre consegne di sedie, divani e poltrone in Russia, entro l'anno ne dobbiamo evadere altre 4 - spiegano - come avremmo potuto fermarci ad agosto?». E pensare che l'avventura russa è nata quasi per scherzo. «Appena alcuni contatti ce ne hanno parlato - racconta Fabio Cozza - abbiamo messo a punto dei prototipi con l'aiuto di uno studio di architettura. Dopo qualche mese, la Commissione della banca ci ha dato l'ok».
Ed ecco che si rinvigorisce la voglia d'investire. «Tra i progetti in cantiere c'è quello d'ampliare il reparto produzione - ammettono i soci - e dotare il capannone di pannelli per ammortizzare i costi dell'energia». Il tutto, mentre tasse e burocrazia tentano di soffocare anche i più virtuosi.
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