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Giovedì 13 Settembre 2012
Paolucci e il 4-3-3
Stregato da Zeman
«Quando eravamo all'Avellino, io gli dicevo: scusi mister, non pensa che se fosse più prudente in difesa, vincerebbe di più? E lui: io voglio fare un gol più degli avversari, non prenderne uno di meno».
Mister, è vero che lei non ama parlare molto?
«Non cerco visibilità. Io mi trovo a mio agio sul campo. Parla il lavoro. Se poi mi chiedete, rispondo, per carità».
Già: Porro ha detto che al primo incontro con lei fu colpito dai suoi silenzi.
«Beh... - sorride -: al primo incontro è sempre meglio ascoltare. O no?».
Lei passa per zemaniano convinto. Del resto gioca con il 4-3-3. E con Zeman ha lavorato. Ci racconta di questa infatuazione?
«Ho avuto tre maestri: Zeman, Mazzone e Pasinato. Zeman mi ha stregato».
Come?
«Quando eravamo all'Avellino, io ero nello staff delle giovanili e parlavamo spesso. Io gli dicevo: scusi mister, non pensa che se fosse più prudente in difesa, vincerebbe di più? E lui: io voglio fare un gol più degli avversari, non prenderne uno di meno. Quella risposta mi folgorò. E poi ha grande cultura del lavoro. Quando gli dicevo: mister, questa cosa non mi riesce, lui diceva "Insisti, con il lavoro riesce tutto". Un grande».
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