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Domenica 16 Settembre 2012
«Non vendo Villa d'Este
anche se mi coprono d'oro»
«Anche se dovessero coprirmi d'oro, Villa d'Este non è un gioiello in vendita»: la battuta di Giuseppe Fontana, a margine dei lavori del convegno Ambrosetti, è disarmante.
Da allora la proprietà continua a ricevere offerte di acquisto da parte di generosi investitori, in vena di shopping. Si parla di grandi catene internazionali e, tormentone ricorrente, del compulsivo emiro del Qatar.
«So che continua a investire in Italia» conferma Fontana, senza aggiungere altro. I soliti ben informati dicono che nel portfolio immobiliare del miliardario arabo manchi giusto Villa d'Este, tanto amata dalla moglie. Veri o millantati, i suoi tentativi sono andati finora delusi.
«Non c'è pericolo che l'hotel finisca in mano straniere» rassicura l'industriale brianzolo.
Per affezione, sostiene, anche se non si può ignorare il fiorente business. La crisi non ha nemmeno sfiorato l'albergo più bello del mondo, che continua a macinare utili.
Nonostante le turbolenze economiche, la stagione 2012 promette di chiudere con un bilancio più che positivo.«Siamo soddisfatti dei risultati finora ottenuti - conferma l'andamento favorevole Fontana - Non era così scontato nell'attuale fase recessiva che ha visto soffrire l'intero sistema turistico, alberghi di lusso inclusi. A differenza di altre strutture, Villa d'Este tiene in virtù della sua unicità per fascino e qualità dei servizi».
La sensazione è le presenze si siano impennate rispetto allo scorso anno, segnato nel primo semestre dalle turbolenze internazionali. La riduzione dei flussi provenienti dall'Europa Continentale è stata fortunatamente compensata dalla graduale progressione dei nuovi mercati, tra i quali Brasile e Russia, e dal grande ritorno della clientela australiana.
Il bilancio di esercizio, approvato dall'assemblea dei soci, evidenzia ricavi netti per 41,5 milioni di euro, un margine operativo lordo di 10, 2 milioni e un utile di 6,6 milioni.
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