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Venerdì 21 Settembre 2012
La giustizia le dà ragione
Ma deve aspettare 14 anni
L'avvocato dice «meglio tardi che mai». E in fondo ha ragione lui a non prendersela più di tanto, visto i tempi biblici della giustizia - a qualunque livello - nel nostro Paese. Ma una causa amministrativa che alla sentenza di primo grado colleziona un ritardo di 14 anni è difficile definirla giustizia, anche quando ti dà ragione.
Protagonista della controversia vinta è la signora Erminia Onnis, proprietaria dell'immobile che ospitava - fino a qualche anni fa - quella che nella zona di piazza San Rocco era conosciuta come l'officina dell'Osvaldo, all'incrocio tra via Albricci (prosecuzione a senso unico di via Regina) e l'inizio di via Achille Grandi, laddove la tangenziale sfocia in Napoleona.
In realtà la lotta contro i mulini a vento della burocrazia la cittadina comasca l'aveva iniziata addirittura nel 1995. Risale a quell'anno la richiesta agli uffici di Palazzo Cernezzi per ottenere la sanatoria dell'edificio di sua proprietà. In Comune ci hanno messo tre anni per respingere la richiesta, giudicando l'immobile abusivo in quanto - stando alla ricostruzione fatta allora dagli uffici dell'amministrazione cittadina - quando venne costruito (negli anni Cinquanta) non aveva rispettato i vincoli cimiteriali all'epoca esistenti.
Nel 1998 la donna, attraverso lo studio legale di Dante Venco e gli avvocati Mauro Navio e Gaetano Alfarano, formalizzava al Tar, il tribunale amministrativo regionale, il ricorso contro il provvedimento del Comune di Como. La richiesta di sanatoria, infatti, non è un semplice vezzo; se manca, infatti, rende impossibile al proprietario non solo eseguire eventuali lavori, ma anche venderla a terzi.
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