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Domenica 23 Settembre 2012
Cantù, gli studenti insistono
"Gli orari possono cambiare"
E' riuscita la nuova protesta dei ragazzi del liceo artistico "Melotti": l'ironico "funerale al buon senso" allestito durante l'intervallo ha spinto il preside a uscire allo scoperto e spiegare che sulle uscite posticipate non c'è possibilità di derogare. Ma secondo gli studenti si possono trovare soluzioni
Ad ucciderlo, secondo i ragazzi, le ore da 60 minuti. Ovvero il fatto che le lezioni non durino più 55 minuti come accaduto sinora, ma, appunto, 60, dalle 8 alle 14. Novità introdotta dall'istituto per adeguarsi alla riforma Gelmini. Ma il preside Francesco Cappelletti, pur riconoscendo che i ragazzi si sono comportanti finora in maniera molto rispettosa, ribadisce fermo che la loro protesta non ha ragione d'essere.
«Se il ministro impone delle normative - spiega -, non possiamo certo ignorarle. L'anno passato, quando non ci eravamo ancora adeguati, ho ricevuto un'ispezione del Miur di Milano (l'Ufficio scolastico regionale ndr) e avrei già dovuto adottare le ore da 60 minuti. Non farlo significa pagare ore in più agli insegnanti e di contro ore di lezioni in meno per gli studenti, e ne dovrei rendere conto io personalmente».
Gli studenti, da parte loro, credono invece che ci sia spazio per una modifica. Il problema, contestano, non è la mezz'ora in più sui banchi, quanto il fatto che questa, per molti, significa perdere l'autobus per tornare a casa, e doverne poi aspettare uno molto più tardi. Con, di conseguenza, una diminuzione delle ore a disposizione per lo studio e i compiti.
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