Crescono le preoccupazioni
sull'ospedale di Cantù

In vista dell'incontro di lunedì con i sindaci dei diciotto Comuni del comprensorio l'ex presidente dell'Ussl 12 Paolo Grassi invita gli amministratori a chiedere garanzie precise su tutti i reparti e non solo a constatare la chiusura del punto nascite

CANTU' - "Basta farsi prendere in giro sulla sorte dell'ospedale, la chiusura del punto nascite deve essere l'occasione per pretendere garanzie sul mantenimento degli altri reparti e per spingere l'azienda ospedaliera Sant'Anna a dire la verità sulla passata gestione del Sant'Antonio Abate": ha deciso di rompere il silenzio che si era autoimposto l'ex presidente dell'allora Ussl 12, Paolo Grassi. E lo fa in vista dell'incontro di lunedì dell'azienda ospedaliera con gli amministratori locali e i politici per illustrare le scelte sul futuro dei reparti di Cantù e Mariano.

L'esponente socialista punta il dito contro la mancata gestione ottimale del reparto maternità canturino: "Se si arriva alla chiusura è perché in passato nessuno, tra manager ospedalieri e politici locali, ha mai lanciato l'allarme sulla pericolosa disaffezione delle mamme verso un reparto che un tempo era un vero fiore all'occhiello". Ma in discussione c'è tutta la capacità della Regione di gestire efficacemente, per le realtà locali, il complesso della sanità pubblica. Qui il sito dell'azienda sul Sant'Antonio Abate.

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